La seconda prova della LMS e dell’ILMC, prima tappa in condivisione del 2011, doveva rappresentare il banco di prova della sfida Audi-Peugeot in attesa della 24 ore di Le Mans, ma a tratti è maggiormente rassomigliata ad uno di quegli spettacoli che negli ultimi vent’anni hanno reso celebre nel mondo lo stunt man Holer Togli. Non che la 1000km di Spa non sia stata ricca di contenuti: al contrario la tre giorni belga ha svelato le carte in mano ai team favoriti dopo il parziale tatticismo che aveva regnato nella giornata di prove di Le Mans, ma l’altissimo numero di incidenti che si sono susseguiti nelle tre giornate, con conseguenti interruzioni delle sessioni, hanno distratto gli spettatori dalle priorità della vigilia. Si è peraltro trattato di incidenti altamente spettacolari che hanno anche avuto conseguenze sui piloti, in particolare su Newton e su Lahaye, entrambi ricoverati all’ospedale di Verviers; il primo se l’è cavata senza alcun danno mentre al pilota della Oak Racing è stata dapprima diagnosticata una commozione celebrale, alla quale si è aggiunta nei giorni successivi anche la frattura della prima vertebra lombare, la compressione di altre tre vertebre, la frattura al primo metacarpo del pollice destro e un infortunio ad un ginocchio. Il mercoledì successivo il pilota è stato trasferito all’ospedale universitario parigino La Pitié-Salpêtrière, dove verrà sottoposto a nuovi accertamenti.
D’altronde che le 54 vetture iscritte potessero creare problemi dal punto di vista del traffico, lo si è capito quasi subito, sia per i dati forniti dagli ingegneri di pista, che parlavano dell’incontro di due macchine ogni 150 metri, sia per l’uscita di pista della Audi di Tréluyer nel corso delle prime prove libere alla curva Bruxelles, conseguenza di un contatto con una Ferrari, che costringeva la direzione ad interrompere le prove per dieci minuti. Nella seconda sessione le cose andavano addirittura peggio, con una prima bandiera rossa causata dalla Rebellion di Boullion che si schiantava contro le barriere di pneumatici del Raidillon, e successivamente con la chiusura anticipata a seguito del violentissimo contatto tra la Peugeot di Lamy e la Acura di Newton alla staccata di Fagnes: il pilota portoghese, nel tentativo di passare all’esterno la meno performante P2, finiva fuori pista con due ruote, perdendo il controllo della vettura e spedendo se stesso e l’incolpevole inglese contro le barriere di protezione ad altissima velocità. Il risultato è stato un lavoro straordinario per i meccanici Peugeot, mentre il team RML ha dovuto rinunciare al proseguo del week-end a causa degli ingenti danni riportati dalla vettura.
Dal punto di vista dei risultati in pista, le tre sessioni di prove libere hanno evidenziato la superiorità dei motori diesel rispetto a quelli a benzina anche per il 2011, con la Peugeot Oreca a fare da spartiacque. In tutte le sessioni il miglior tempo è andato alle vetture dei quattro anelli, mentre le Peugeot si sono limitate a contenere il distacco, frapponendosi a tratti tra le tre avversarie.
Interessante anche la situazione in P2 dove, a seguito della revisione del diametro delle flange di aspirazione delle Acura da parte dell’ACO dopo le imbarazzanti prestazioni al Castellet, la Strakka è ritornata a lungo in cima alla lista dei tempi, anche se con un vantaggio ridottissimo rispetto alle vetture motorizzate Nissan e alla Lola Pecom. Tra le GT le Ferrari hanno messo in fila tutti gli avversari nella categoria Pro, con le Porsche uniche serie avversarie; dopo l’ottimo risultato di Sebring hanno invece deluso le BMW, piuttosto lontane nei tempi mentre le Lotus Evora, portate all’esordio dal team Jetalliance, hanno ottenuto tempi poco significativi. Nella categoria Am il solito Armindo ha messo in riga tutti gli avversari, primi tra tutti le Ferrari del Kessel e dell’AF Corse. Infine la Formula Le Mans dove l’Hope Racing ha condotto con continuità, insidiata soltanto dal Genoa Racing.
Alle 15.30 di venerdì la pit-lane si apre per i venti minuti di qualifiche riservate alle GT, con tutte le macchine in pista dai primi minuti: fa eccezione soltanto la Ferrari di Bell, che si presenterà in pista soltanto negli ultimi dieci minuti, nel tentativo di girare da subito su pista gommata. Nelle prime fasi sorprende Armindo, che per qualche minuto si piazza in cima alla classifica dei tempi, fino a quando i piloti di punta della categoria Pro non si mettono a fare sul serio: il francese si migliorerà ancora, ottenendo la seconda Pole Position dell’anno dopo quella ottenuta al Castellet, precedendo Cioci sulla F430 dell’AF Corse e Quaife sulla F430 del CRS Racing. Tra le Pro la lotta per la Pole è appannaggio di Melo e Fisichella sulle F458 Italia, ma quando l’italiano si rende conto che il compagno di squadra è irraggiungibile (2’20”743 il suo tempo), Bell lo costringe a mangiare un boccone amaro scalzandolo anche dalla seconda posizione. Tra i non-Ferrari il migliore è il solito Lieb, quarto a pochi decimi dagli avversari mentre Farfus con la prima BMW è quinto.
Dieci minuti di pausa ed ecco che entrano in pista i prototipi per i venti minuti di qualifica più attesi: subito in pista le tre Audi contrariamente alle Peugeot che, al solito, attendono la seconda metà delle prove. La pole passa da Lotterer a Kristensen e infine a Bernhard, che con 2’01”502 si assicura la Pole assoluta. L’interesse del pubblico a questo punto è tutto per le Peugeot, appena entrate in pista nel tentativo di scalzare le vetture dei quattro anelli dalle prime tre posizioni. I francesi hanno percorso soltanto il primo giro cronometrato ed ecco che succede l’imprevedibile: Lahaye in uscita dalla Bruxelles si tocca con la FLM del team Genoa, intraversandosi e finendo con lo sbattere contro il guard rail che in quel punto, ovviamente, non presenta protezioni aggiuntive: l’impatto è violentissimo tanto da squarciare parte della protezione! Da subito ci si rende conto che la situazione è critica, con la testa del pilota che poggia sul volante e con l’anteriore della macchina in pessime condizioni ma con la cellula di sicurezza fortunatamente intatta. La sessione viene interrotta per permettere di prestare i primi soccorsi al pilota, ma ben presto si decide di chiuderla definitivamente in quanto si rende necessaria la sostituzione delle protezioni nel punto dell’impatto. Dopo qualche istante il pilota riprende coscienza seppur in stato confusionario, lamentando con i medici accorsi un grande dolore alla schiena, cosa che renderà ancora più prolungata la procedura di estrazione dall’abitacolo.
L’evento favorisce di fatto le Audi, con Bernhard, Lotterer e Kristensen nelle prime tre posizioni seguiti dalla Peugeot dell’Oreca distanziata di quattro secondi e dalla Rebellion di Prost, addirittura ad oltre cinque. Per le Peugeot è invece una Waterloo, con Gene tredicesimo, Pagenaud diciottesimo e con la terza vettura addirittura senza tempo, così come la seconda Rebellion.
Tra le P2 il miglior tempo è quello ottenuto da Watts sulla Acura in 2’10”016, seguito da quattro vetture motorizzate Nissan, prima tra tutti l’Oreca di Beche, a lungo primo.
Il sabato all’ora di pranzo tutto è pronto per la sei ore più importante dell’anno: le confortanti notizie che arrivano dall’ospedale di Verviers e la bella giornata di sole riportano il sorriso sui volti dei protagonisti. Il warm-up della mattina ha visto la Peugeot in gran forma, lasciando aperte le possibilità di una rimonta non impossibile vista la durata della gara.
Manca ovviamente la Pescarolo dell’OAK protagonista dell’incidente in qualifica, troppo danneggiata per poter prendere il via. A differenza del Castellet il giro di ricognizione si conclude senza intoppi e all’accendersi della luce verde, i partecipanti prendono il via ordinatamente, evitando inutili contatti: Bernhard si fa sorprendere da Lotterer alla staccata della Source e da McNish nel rettilineo che porta al Raidillon, mentre alle sue spalle la Zytek di Pla ha avuto la meglio sugli avversari a benzina e sulla Peugeot Oreca: la gioia del team portoghese durerà però pochi giri a causa di un problema al motore che dapprima ne limiterà la potenza erogata e infine, dopo quattro ore di gara, costringerà il team alla resa.
Il trio di testa Audi è destinato a durare davvero poco, con McNich che all’ingresso di Les Combes commette un errore che lo manda in testacoda: fortunatamente lo scozzese riesce a far scorrere la vettura fuori dalla traiettoria ma dovrà far sfilare praticamente tutti i prototipi, rendendosi così partecipe di una furiosa rimonta dalle retrovia. A proposito di rimonta, che le Peugeot non scherzino lo si vede dall’agonismo con il quale risalgono le posizioni: al secondo giro Wurz è terzo a dieci secondi e Boudais quarto a dodici, mentre Montagny è diciassettesimo ma ovviamente più staccato. Ci vorranno soltanto otto giri per vedere occupate le prime sei posizioni dalle Audi e dalle Peugeot e questo a dimostrazione del l’abisso esistente tra motori diesel e benzina. Dopo alcuni giri le Peugeot cominciano ad essere più veloci delle vetture tedesche e all’undicesimo giro, complice una FLM, Wurz passa Bernhard e si butta alla caccia di Lotterer, che lo precede di cinque secondi. Dietro di loro McNish continua la sua rimonta, conquistando la quarta posizione ai danni di Bourdais. In questa prima fase sembra di assistere ad un gran premio di Formula 1 piuttosto che ad una gara Endurance: al diciassettesimo giro addirittura il distacco tra il primo e il quinto è inferiore ai sei secondi e il pubblico non può certo dirsi annoiato. Al ventesimo giro, quando ormai si è in odore di Pit-Stop, Wurz approfitta di un problema di doppiaggio di Lotterer per soffiargli la prima posizione: subito dopo i primi sei rientrano ai box per la prima sosta che non provoca scossoni alla classifica, se si esclude l’inversione di posizioni tra Lotterer e Bernhard. Dopo la vittoria di Sebring, Spa non sembra sorridere alla Peugeot Oreca, che fino a questo punto aveva fatto gara in solitaria: un problema alla pompa della benzina costringerà il team di Signes ad una lunga sosta che ne comprometterà il risultato finale. La prima vettura di testa ad avere problemi è la Audi di Bernhard che al trentesimo giro si tocca con la FLM del team Genoa, danneggiando il cofano motore, cosa che nei giri successivi lo farà girare su tempi più alti e gli farà perdere alcune posizioni costringendolo infine ad una sosta ai box per sostituirlo. Nuovo problema per le Audi al quarantanovesimo giro quando Capello, appena subentrato a McNish, aziona involontariamente al bus stop il limitatore di velocità, consentendo a Lamy di conquistare la terza posizione e a Sarrazin di accodarsi e di passare due giri dopo al Bus stop. A rovinare definitivamente la giornata tra i tedeschi arriva un problema alla vettura di Treluyer: per ben due volte il francese è costretto ai box per rimuovere della gomma raccolta dai pneumatici anteriori che gli faranno perdere ben due giri, lasciando le Peugeot ai primi tre posti. La gara dei primi potrebbe dirsi chiusa se non fosse per un problema ad una sospensione verificatosi sulla Peugeot di Lamy che gli farà perdere numerose posizioni: per il resto tutto invariato fino al termine. Sesta sul traguardo e prima delle vetture a benzina ancora una volta la Pescarolo, che ha sfruttato le soste aggiuntive delle Rebellion per riparazioni alla carrozzeria.
Anche in gara non può mancare un brutto incidente ed ecco che la Lola Coupè di Bouchut accusa la rottura di una sospensione al Raidillon con conseguente gran botto contro le barriere e safety car in pista: la machcina ne esce piuttosto male mentre fortunatamente il pilota esce dal prototipo senza particolari difficoltà. Sempre in P2 la vittoria arride all’Oreca del team TDS Racing davanti alla vettura gemella del Boutsen Energy e alla Acura Strakka, danneggiata dall’ingresso delle safety car quando era in testa.
Prima vittoria di Fisichella in questa categoria, grazie ad una strategia che ha previsto una sosta in meno degli avversari, tanto da costringerlo a fermarsi a poche centinaia di metri dopo il traguardo: il romano è stato seguito dalla F458 della Hankook e alla BMW di Priaux-Alzen.
In GTAm ancora gran prestazione di Armindo che domina mentre in FLM ha ottenuto la vittoria la JMB Racing.
Prossimo appuntamento è per la 24 ore di Le Mans che si svolgerà dall’ 8 al 12 giugno prossimi, ovviamente in compagnia di Connectingrod!
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