Dopo le prove ufficiali di inizio marzo la Le Mans Series è tornata sul circuito del Paul Ricard per la prima gara dell’anno, questa volta sotto un sole più tipico dell’estate che non della primavera appena iniziata. Archiviato definitivamente il concetto di 1000 km, da quest’anno le gare assumono la denominazione di sei ore, con una formula che prevede per l’appunto appuntamenti da corrersi sulle sei ore più un giro, il tutto per garantire ai team e agli spettatori vere competizioni di durata: non va infatti dimenticato che, con il miglioramento delle prestazioni, negli ultimi anni le corse si esaurivano spesso entro le cinque ore. La gara d’esordio doveva essere un po’ sottotono rispetto alle successive, nel corso delle quali si aggiungeranno le vetture dell’ILMC, ma in modo del tutto inatteso è stata teatro dell’esordio della nuova Aston Martin AMR-One, inizialmente programmato per la 12 ore del Sebring: per gli addetti ai lavori è stata l’occasione di osservare da vicino la nuova barchetta della Prodrive, caratterizzata da un inedito frontale, in controtendenza con gli altri costruttori che negli ultimi anni sono passati ai coupè.
Da osservare poi che dei 36 iscritti della vigilia se ne sono presentati in pista soltanto 34, a causa dei forfait dell’ultimo momento del team Guess Racing Europe in P1 e del Gruppen Eterniti Racing in GTPro: mentre per questi si dovrebbe trattare di un’assenza limitata a questa prova, diventa improbabile la partecipazione alla stagione del Mik Corse che aveva annunciato a febbraio la propria iscrizione con un prototipo Zytek Ibrido (anche se all’epoca il team iscritto era quello di Rangoni Motorsport). Per un realtà che si volatilizza eccone un’altra che si materializza: è il caso dell’Hope Racing, team svizzero impegnato ormai da due anni il Formula Le Mans, che nella hall centrale del circuito ha presentato sabato sera la vettura con la quale parteciperà alle prossime prove dell’ILMC e alla 24 ore di Le Mans tra le P1: si tratta di un telaio Oreca 01, identico a quello che lo scorso anno conquistò il quarto posto assoluto nella classica della Sarthe, spinto da un due litri turbo sviluppato dal preparatore svizzero Lehmann sulla base di un unità Volkswagen, accoppiato ad un sistema ibrido (KERS) sviluppato dalla società Flybrid System capace di sviluppare una potenza di circa 300KW; per la cronaca si tratta del sistema progettato dalla Honda Formula 1 nel 2009.
Nel corso delle tre sessioni di prove libere i team principali non si sono risparmiati, girando a lungo ed alternandosi in testa alla lista dei tempi, con distacchi rimasti sempre contenuti. Il gommarsi della pista ha permesso di migliorare costantemente i rilievi cronometrici, con la Rebellion del duo Jani-Prost unica a scendere sotto il muro dell’1’47” nella mattinata di sabato: 1’46”810 il crono dei leader, che hanno preceduto la Zytek del team Quifel e la Pescarolo di 7 decimi la seconda vettura del team svizzero è rimasta attardata di oltre un secondo. La Aston Martin non ha invece girato nella prima giornata a causa di un problema al motore e nella terza sessione è rimasta ad oltre 7” secondi dai primi: dalla continuità con la quale la vettura entrava e usciva dai box è apparso chiaro come i tempi sul giro non fossero interesse del team che, al contrario, era impegnato nel far esperienza. Tra le P2 si è invece confermato lo strapotere delle Oreca-Nissan, capaci di occupare i primi posti in classifica ed addirittura di impensierire le sorelle maggiori. Ottimi anche i riscontri cronometrici dell’altro prototipo motorizzato Nissan, la Zytek del team Greaves, sulla quale è salito per la prima volta Tom Kimber-Smith, già vincitore della 24 ore di Le Mans 2006 in GT2. Ad occupare gli ultimi posti di categoria sono finite le dominatrici dello scorso anno, le Acura, con il team Strakka che non è riuscito ad ottenere risultati migliori di quelli già registrati dall’RML. In GTPro, dove erano presenti ben quattro nuove F458 Italia, le Porsche hanno guidato il gruppo con i soliti Lieb e Lietz ma nella terza sessione a sorpresa il miglior tempo è stato fatto registrare dall’Aston Martin dello Young Drivers, mentre la Ferrari di Bruni è stata coinvolta in un brutto incidente che ha causato ingenti danni al retrotreno della propria GT. La casa di Stoccarda ha dominato anche in GTAm, con la coppia Armindo-Narac sempre più veloci, seguita dalla Ferrari dell’AF Corse. Da osservare infine in FLM la bella prova del Genoa team, giunto direttamente dagli Stati Uniti, che ha girato sul filo dei tempi con il Neil Garner Motorsporte e con l’Hope Racing.
Alle 14.00 del sabato si apre la prima sessione di qualifiche dell’anno, con le GT impegnate per prime. Una bella sorpresa per i colori italiani è data dall’ingresso in pista di Bruni, i cui meccanici hanno dovuto fare dei veri e propri miracoli per sostituire il retrotreno della vettura incidentato in mattinata: quasi a volerli ringraziare Gianmaria sfodera tutte le sue qualità velocistiche migliorando per ben tre volte il miglior tempo e andando a centrare la Pole Position. A contrastare l’italiano il solo Enge, su una Aston Martin Vantage che nelle mani dello Young Driver sembra davvero rinata. Il Ceco ha fermato i cronometri a soli due decimi da Bruni, precedendo nell’ordine Bell, Vilander e Simonsen, tutti sulla nuova Ferrari 458 Italia. In difficoltà sul giro secco sono apparse invece le Porsche, capaci di precedere soltanto la Aston Martin del team Jota. Tra le GTAm, ha stupito una volta di più Armindo: il campione 2010 della Porsche Carrera Cup tedesca ha letteralmente demolito gli avversari infliggendogli un distacco di un secondo pieno e permettendosi addirittura il lusso di sopravanzare due delle tre Porsche iscritte come GTPro. Alle spalle del francese l’altra Porsche del team Felbermayr condotta da Horst Jr. e la Ferrari AF di Cioci: non male il debutto del team Kessel che con il vincitore della 12 ore del Sebring 2001,Philipp Peter, ha conquistato un positivo quarto posto.
Decisamente più combattute le qualifiche tra i prototipi, con i protagonisti che si sono alternati ai primi posti della classifica per tutti i venti minuti delle prove. Al solito i primi a scendere in pista sono stati i piloti della FLM e della P2, con i motori Nissan a farla da padrona: Beche si è mostrato ancora una volta inavvicinabile, abbassando ripetutamente i tempi fatti registrare dagli avversari, mentre alle sue spalle hanno battagliato per il secondo posto Kraihamer, sull’Oreca del team Boutsen e Kimber-Smith sulla Zytek. Se si esclude l’Oreca-Judd del team Race Performance, accreditata del quarto tempo, tutti gli altri hanno letteralmente mangiato la polvere: in particolare lascia senza parole la prestazione delle Acura, con la Strakka ultima e la RML addirittura senza tempo per problemi di surriscaldamento.
Gli ultimi dieci minuti hanno visto in pista i prototipi P1, con Boullion che ha fatto registrare il momentaneo miglior tempo ma che successivamente non è riuscito a ripetersi, anche a causa dei soli quattro giri percorsi. A giocarsi la pole sono rimasti i soli Collard e Jani, che hanno abbassato il miglior crono praticamente fino all’ultimo giro: alla fine ha avuto la meglio lo svizzero che con un ultimo giro perfetto ha fatto registrare la miglior prestazione del week-end in 1’46”783. Mucke con la nuova Aston Martin si è limitato a girare il più possibile, arrivando a percorrere ben otto giri con un tempo ben lontano da quello degli avversari. L’ultima sorpresa arriva alla fine delle verifiche post qualifiche, con la cancellazione dei tempi alla Pescarolo a seguito di un problema rilevato nello spessore della tavola di legno fissata sul fondo della vettura, risultata più sottile di quanto non imponga il regolamento dell’ACO.
Lo schieramento di partenza che si va componendo intorno alle 11.30 della domenica, regala una simmetria inverosimile: ad aprire e a chiudere l’allineamento sono due P1, vista la Pole di Jani e la retrocessione della Pescarolo. Nonostante il warm-up mattutino abbia confermato la vettura dei verdi al secondo posto proprio dietro al poleman, Henry nutre profondi dubbi sulle possibilità di vittoria. Partire in fondo vuol dire accumulare un ritardo di una cinquantina di secondi, poi difficilmente recuperabili a vetture quali le Rebellion; ma si sa, le corse a volte riservano sorprese inimmaginabili.
Le prime arrivano già nel giro di formazione con un paio di vetture che finiscono in testacoda, convincendo la direzione corsa a far percorrere un secondo giro alla Safety car, informando tutti i piloti; quando il plotone si presenta sul rettilineo di partenza il semaforo scatta inspiegabilmente sul verde con i piloti delle retrovie che, non potendo vedere la Safety car abbozzano la partenza con il risultato di finire con il tamponare le auto che precedono. A farne le spese sono le Porsche di Lieb-Lietz, di Holzer-Goossens e di Henzler-Pilet, costrette anzitempo all’abbandono, mentre la Porsche di Armindo e la Aston Martin del team Jota subiscono ingenti danni che le costringeranno ad una lunga sosta ai box. Vista la quantità di detriti presenti in pista la vettura di sicurezza resta in pista altri due giri, facendo percorrere alle vetture la corsia dei box.
Anche il secondo via è caratterizzato da un fatto insolito: una portiera della vettura di Boullion si apre improvvisamente mentre il francese imposta la Chicane, mandando la vettura in testacoda. La portiera verrà fissata ai box ma intanto la Rebellion n° 13 si ritroverà con due giri di distacco al terzo giro di gara. Altri quattro giri e anche la Zytek Quifel è costretta a rientrare con il retrotreno danneggiato da un pneumatico dechappatosi in pieno Mistral, forse a causa di un contatto al via: la Safety car rientra in pista ma ai meccanici serviranno ben 11 giri per consentire a Pla di riprendere la gara. Tutto finito? Neanche per idea ed ecco che allo scoccare della prima mezz’ora anche la Rebellion di Jani rallenta vistosamente e rientra ai box per sostituire il compressore d’aria del cambio. Henry a questo punto vede materializzarsi quanto soltanto trenta minuti prima sembrava un sogno. Servono due giri a Tinseau per passare Beche, trovatosi incredibilmente primo, e prendere la testa della gara che non lascerà più fino al termine delle sei ore, nonostante un tentativo di recupero da parte della Rebellion di Boullion, giunto secondo ad un giro.
Tra le P2 intanto la lotta è riservata alle due Oreca –Nissan ma nonostante l’ottimo potenziale mostrato le vetture soffrono problemi di gioventù. Beche è costretto ai box per un problema alla cremagliera dello sterzo e successivamente il compagno Thiriet sarà costretto a parcheggiare la vettura lungo la pista facendo rientrare in pista la Safety car, mentre la vettura del Team Boutsen sarà costretta ad una lunga fermata ai box. A questo punto la vittoria di classe e il terzo posto assoluto sono serviti alla Zytek Greaves su un piatto d’argento, anche se per alcuni giri dovrà vedersela con l’Acura del team Strakka, che evidenzia una preoccupante mancanza di cavalleria rispetto alla concorrenza: alla fine chiuderà al terzo posto, sopravanzata anche dalla Lola del team Pecom.
Più animata la gara in GTPro, con numerosi colpi di scena che hanno cambiato a più riprese la classifica. Alla fine della prima ora, complice la presenza della Safety car le prime quattro Ferrari sono racchiuse in soli due secondi ma ben presto Vilander è costretto alla sosta ai box per un problema al retrotreno causato da un tamponamento al via, mentre la Ferrari Hankook, dopo essere passata in testa, si vedrà comminare un minuto di Stop & go a causa dei troppi meccanici intervenuti nel corso di una sosta ai box. A questo punto la lotta per la vittoria è ridotta a Fisichella e a Bell, con il secondo che per alcuni giri prende le misure all’avversario prima di sferrargli l’attacco decisivo alla Verrerie. Fisichella rientrerà ancora ai box cedendo la vettura al più veloce Bruni che tuttavia nulla potrà nell’ultima mezz’ora di gara.
In GTAm gara senza storia con la Porsche del team Felbermayr stabilmente in testa per tutte le sei ore, seguita dalle Ferrari di Cioci-Perazzini-Lemeret e da quella del Kessel, divise sul traguardo da soli 61 millesimi di secondo.
In FLM vittoria del Pegasus Racing davanti al Team Genoa con un margine di soli sedici secondi.
Secondo appuntamento con la Le Mans Series 2011 a Spa dal 5 al 7 maggio 2011, ovviamente in compagnia di Connectingrod!
Risultati prove | Risultati gara |
Tutti i nomi, i loghi e i marchi registrati citati o riportati appartengono ai rispettivi proprietari.
Tutti gli articoli, le fotografie e gli elementi grafici presenti in questo sito sono soggetti alle norme vigenti sul diritto d'autore;
é quindi severamente vietato riprodurre o utilizzare anche parzialmente ogni elemento delle pagine in questione
senza l'autorizzazione del responsabile del sito.