1000 Km dell’Hungaroring

21-22 agosto 2010

Indomabile Acura

Poco noto ai personaggi della Le Mans Series, l’Hungaroring è da anni uno dei circuiti più controversi d’Europa e questo nonostante le numerose modifiche ad esso apportate dal 1987, anno in cui venne inaugurato con il Gp di Formula 1. Non sempre all’altezza dal punto di vista della sicurezza, questo “Tourniquet” divide i piloti tra quelli che lo apprezzano per le numerose curve da media velocità che lo rendono estremamente tecnico e quelli che proprio non riescono a digerirlo, adducendo alla difficoltà di sorpasso e addirittura di doppiaggio e alla mancanza pressoché totale di vie di fuga: comunque sia sono davvero pochi quelli che non si siano fatti un opinione in proposito. Sin dalle prime prove libere, svoltesi nella tarda mattinata di sabato, a soffrire maggiormente queste caratteristiche sono stati i piloti dei prototipi, in difficoltà nei doppiaggi sulle vetture GT e spesso impossibilitati a gestire tutta la potenza delle proprie vetture; il risultato è stato un imprevedibile confronto serrato tra P1 e P2, che ha reso più interessante un week-end che inizialmente sembrava potesse rivelarsi piuttosto monotono.

Ritornando alla prima sessione, trentotto le vetture impegnate in pista dopo il ritiro del team Ksm, impossibilitato a partecipare a questa gara ufficialmente per l’indisponibilità di due suoi piloti, ma dopo l’assenza di Portimao sono molti i dubbi relativi la situazione del team tedesco; nei paddock si è parlato anche dell’esordio del team Rlr con una Mg Lola Ex265 motorizzata AER sulla quale si sono alternati Gates, Garofall e Hughes, del team Af che ha schierato il duo Barba-Parente al posto di Bruni-Melo, impegnati negli Usa e delle dichiarazioni di Dominik Farnbacher, secondo cui l’interesse della Hankook per il prossimo anno potrebbe spostarsi verso i prototipi. I rilievi cronometrici hanno premiato da subito la Acura del team Strakka, seconda assoluta grazie ai migliori tempi fatti registrare nel secondo e terzo settore, quelli più tortuosi del circuito: ha colpito in particolare il fatto che il tempo sia stato fatto registrare da Kane, con Watts a fare da spettatore nei box. Miglior tempo fatto registrare come previsto dalla Peugeot Oreca di Sarrazin mentre terza è risultata la Rebellion di Jani, finalmente competitiva grazie alla poca importanza del motore su questa pista. Tra le P2, ha ottenuto il secondo tempo della Ginetta di Pla mentre il team Rml, leader della classifica, si è accontentato del quarto tempo a sandwich tra le due Pescarolo Oak. Poco da dire in GT1, con la Saleen della Larbre ampiamente più veloce di quella della Atlas, afflitta da problemi al cambio, mentre in GT2 Kirkaldy sulla Ferrari Crs ha preceduto Vilander su Ferrari Af e Westbrook sulla prima delle Porsche: va segnalato un problema alla frizione della Spyker, costretta a lungo ai box.

Nella seconda sessione, interrotta dopo circa mezz’ora per permettere il recupero della Radical bloccata nella parte finale del circuito, i valori si sono ripetuti, con Peugeot e Acura che questa volta hanno ampiamente distaccato la concorrenza: Panis con il tempo di 1’33”623 e Watts con 1’34”483, hanno relegato il primo degli inseguitori ad oltre 2”, con l’inglese che avrebbe potuto fare sicuramente meglio se non avesse dovuto abortire il giro buono a causa di Luca Moro, finito in testacoda proprio davanti all’Acura. Per il resto distacchi molto contenuti, con le due Rebellion in lotta per la terza posizione, ottenuta da Prost, seguite dalla Ginetta Quifel, protagonista di un uscita di pista con Amaral e da Moreau sulla Pescarolo Oak. Tra le GT2 bella lotta tra marche, con Fisichella, profondo conoscitore di questo circuito, che ha fatto registrare il miglior tempo davanti a Pilet con la Porsche del team Imsa e a Turner sulla Aston Martin del Jmw: come sempre la categoria si è rivelata molto competitiva con ben dieci vetture nello stesso secondo. In Formula Le Mans è continuata la supremazia della Dams con Firth e Manning primi e con il secondo equipaggio terzo, mentre il secondo tempo è stato fatto registrare dalla Hopevision.

Il sabato si è concluso con la sessione notturna prevista sulla durata di un ora e mezza, nel corso della quale hanno brillato le due Rebellion, con Jani che ha fatto registrare il miglior tempo in 1’34”807 davanti a Boullion, mentre la Peugeot si è dovuta accontentare del terzo tempo a causa dell’anticipata fine della sessione causata dal principio di incendio verificatori sulla Ferrari Crs mentre era impegnata nel tratto di circuito successivo alla chicane, che ha costretto i commissari ad esporre la bandiera rossa, la seconda della serata dopo quella sventolata dopo 20 minuti per l’uscita di pista della Porsche Imsa. Nel corso di questa sessione non ha particolarmente brillato la Acura, prima tra le P2 ma staccata di oltre tre secondi dalla vetta, seguita da Moreau e da Federico Leo, sulla Lola Racing Box. In GT1 ha girato soltanto la Saleen della Larbre mentre in GT2 Kirkaldy si è nuovamente issato in testa alla lista dei tempi, seguito dal capoclassifica Lietz attardato nella mattinata da problemi tecnici e da Fisichella, leggermente in difficoltà con la guida in notturna. Tra le FLM miglior tempo per la Applewood Seven mentre le Dams sono rimaste attardate.

Qualifiche

La domenica si apre con le prove di qualificazione, programmate alle 9.45: il primo a registrare un tempo valido è il vincitore dell’ultima 24 ore di Le Mans, Romain Dumas, ma a farla da padrona è il team Af Corse, con Parente primo in 1’46”535, Fisichella secondo in 1’46”684 e Companc quarto, preceduto da Kirkaldy. Se le Ferrari mostrano una competitività inavvicinabile sul giro secco, in grossa difficoltà risultano le Porsche, precedute addirittura dalla Aston Martin di Turner, cui peraltro viene annullato il giro buono a causa del taglio della chicane: a dimostrazione di queste difficoltà l’ottavo tempo di Lietz a quasi un secondo dalla Pole! Tra le GT1 nessuna sorpresa con Gardel che fa registrare gli unici tempi validi della sessione in 1’47”005, mentre gli avversari percorrono soltanto poche centinaia di metri prima di parcheggiare la vettura nelle vie di fuga della seconda curva privi di una ruota anteriore.

Nella sessione riservata ai prototipi, decisiva per le prime fine della griglia di partenza, la lotta per la Pole tra le Rebellion e la Peugeot si risolve a favore della ……… Acura! Dopo aver atteso fino alla fine della sessione, Watts entra in pista percorrendo tre giri e registrando il miglior tempo assoluto in 1’32”421, sfruttando ancora una volta il secondo e il terzo settore della pista. Alle sue spalle Boullion in 1’32”888 e Jani con un tempo simile, mentre Panis non riesce ad andare oltre l’1’33”613, seguito dalla Aston Martin Signature e dai fratelli Mansell che hanno fatto registrare tempi appena sufficienti a tenere dietro le altre P2: tra queste la Ginetta di Pla ha ottenuto il secondo tempo in 1’35”586, davanti alle due Pescarolo Oak di Moreau (1’35”873) e Lahaye (1’36”024) e alla Lola Rml di Erdos (1’36”250). Tra le FLM a sorpresa il miglior tempo è stato fatto registrare dalla Applewood Seven di Beche in 1’41”967 davanti alla Dams di Manning.

Corsa

Dopo un Warm-up durato soltanto cinque minuti a seguito della rovinosa uscita di pista di Pillon alla guida di una delle due FLM iscritte dal team Hope Polevision, finito dritto contro le protezioni alla curva successiva la chicane, le 37 vetture rimaste si schierano sotto il caldo sole estivo ungherese alle 15.30, con la Signature arretrata in ultima fila per aver cambiato i pneumatici dopo le qualifiche. Intanto a chi chiede a Watts cosa pensi di fare alla partenza, l’inglese risponde che non avrà alcun problema in quanto le P1 lo passeranno subito sul rettilineo e lui si concentrerà per mantenere la leadership tra le P2: le sue previsioni si materializzano al via, con la Rebellion di Belicchi che riesce a tener dietro la Peugeot di Sarrazin grazie alla traiettoria interna, e il compagno di team Jani, sulla seconda Rebellion.

Watts si accoda diligentemente e incomincia la sua corsa, seguito dalla Ginetta dei Mansell che tuttavia perde ben presto contatto con la vettura nipponica: poco più indietro un contatto con la Ginetta del team Bruichladdich alla curva 12 costringe Lahaye ad una immediata sosta ai box, che lo costringerà ad una lunga rincorsa. Mentre Belicchi, in giornata di grazia, continua a guidare la corsa riuscendo addirittura a creare un margine di 5” su Sarrazin e di 8.5” su Jani, alla seconda curva i testacoda e i contatti non si contano: Bates su Rlr addirittura finisce dapprima in testacoda, ripartendo ultimo, poi, nel tentativo di recuperare, si tocca la Porsche Prospeed danneggiandole un cerchione e forandole il pneumatico. Al raggiungimento della prima ora di gara Belicchi si ferma ai box cedendo il volante a Boullion mentre Sarrazin, che ritarda di qualche giro la sosta ai box grazie al minor consumo del motore diesel, rientra in pista il in testa con un solo secondo sull’avversaria elvetica. In P2 la fuga non è riuscita alla Acura di Watts e, complice la strategia del team Quifel che si ferma solo per effettuare il rifornimento, dopo il primo pit-stop è Pla a passare in testa con 36” di vantaggio, mentre Moreau, che per la prima mezz’ora di gara aveva conservato la terza posizione, è costretto ad una lunga sosta per sostituire la centralina del servosterzo.

Mentre Toulemonde parcheggia la sua FLM nell’erba a poche centinaia di metri dall’ingresso dei box, in testa le due Rebellion fanno gara d’attacco, con Boullion che resta incollato agli scarichi della Peugeot e Prost che conserva il terzo posto a meno di 30” dalla vetta. Per il team svizzero sembrerebbe la giornata giusta ma tra il 47° e il 66° giro svaniscono i sogni di gloria: dapprima Prost finisce nelle vie di fuga a causa di una perdita del sistema di raffreddamento che fa filtrare del liquido nelle pinze dei freni posteriori, poi Boullion, già protagonista di un piccolo errore alla chicane, viene inspiegabilmente buttato fuori dalla Lola Racing Box di Leo al termine del lungo rettilineo in salita: fortunatamente per il francese la macchina non subisce danni particolari permettendogli di riprendere la pista, ma con un distacco di oltre dieci secondi. Se gli incidenti di gara penalizzato le Lola, anche i consumi rappresentano una spina sul fianco: costretto ad un rifornimento in più, Boullion si ritrova dopo due ore di gara esattamente ad un giro dalla Peugeot ora condotta da Lapierre. La vettura gemella intanto ha passato 24 minuti ai box per la riparazione del sistema di raffreddamento e d è rientrata in pista al 32° posto.

I colpi di scena non mancano neppure in P2, con i capoclassifica costretti ad una sosta di oltre 7’ per un problema al motore, mentre la coppia Lahaye-Nicolet è risalita dal fondo della classifica fino al 3° posto di categoria davanti a Pirri sulla Lola Racing Box. Davanti intanto Leventis precede Amaral con un solo secondo di margine. Tra le GT1 Vilander guida con 12” su Kirkaldy e 42” su Barba, ma dalle retrovie sta incominciando a recuperare la Porsche di Lieb.

All’82° giro entra in pista la Safety car, per permettere ai commissari di rimuovere dalle barriere la Saleen di Van Dam, uscita al fondo del rettilineo principale a causa dell’esplosione di un freno. La procedura non viene applicata perfettamente ed alcune vetture si fermano ai box senza trovare il semaforo della corsia box rosso, avvantaggiandosi così in modo evidente: in questa fase per esempio la Strakka incrementa il proprio vantaggio ad oltre 1’.

Al 109° giro anche la Signature, risalita fino al secondo posto, viene spinta all’interno dei box per un problema all’alternatore: i meccanici impiegheranno oltre 45’ per rimettere la vettura in condizioni di prendere la pista ma in terz’ultima posizione generale. La Rebellion di Belicchi intanto, dopo una lunga sosta ai box che la aveva relegata in quarta posizione ad oltre 7’ dalla Peugeot, finisce fuori pista per un problema alla trasmissione e il pilota italiano deve mestamente abbandonarla nelle mani dei commissari. La tristezza di Andrea si amplifica quando, tornato ai box, scopre che anche la Peugeot è ferma nel box per un problema simile a quello che lo ha costretto al ritiro: il prototipo francese resterà ai box dapprima per 6’, poi per altri 43’, rientrando in pista a ritmo decisamente ridotto soltanto per percorrere il 70% della distanza complessiva e poter raccogliere punti importanti per il campionato.

Dopo tutti questi colpi di scena salgono al comando della P1 i fratelli Mansell, arretrati nella classifica generale a seguito di una foratura nelle prime fasi di gara che li ha costretti a rientrare ai box rendendo necessario anche il cambio di parte della scocca, e così la lotta per la vittoria generale diventa incredibilmente appannaggio delle P2. Leventis, a lungo primo, cede momentaneamente la leadership ad Amaral, ma quest’ultimo sarà costretto ad una sosta ai box per il cambio di una parte della scocca anteriore danneggiata in un contatto e lascerà a Pla il compito di recuperare la seconda posizione assoluta, passata nel frattempo alla coppia Lahaye-Nicolet, autori di una gara maiuscola e finiti poi terzi assoluti. Come già detto tra le P1 la vittoria andrà ai fratelli Mansell, giunti settimi assoluti davanti alla Rebellion di Jani-Prost e alla Aston Martin Signature, entrambe con pesanti distacchi. Ricordando l’ennesima vittoria della Larbre in GT1, in GT2 la vittoria è stata conquistata da Lieb e Lietz, che hanno preceduto di soli 10” la Ferrari di Kirkaldy-Muller, grazie anche ad un pit-stop finale rapidissimo che ha permesso alla Porsche di guadagnare oltre 20” sulla Ferrari. Dopo tanta sfortuna nelle gare precedenti, il terzo posto di categoria è andato alla Porsche del team Imsa condotta da Pilet e Narac, mentre ha concluso quarta la Ferrari di Alesi-Fisichella-Vilander, attardata da un problema nel fissaggio del sedile durante un pit-stop. Per quanto concerne la FLM, vittoria per la Dams di Barlesi-Cicognani-Chalandon in una gara costellata da molti problemi e ritiri.

In campionato, ad una sola gara dalla fine il titolo della P1 è già praticamente assegnato a Sarrazin grazie ai punti conquistati con la Peugeot ufficiale a Spa, così come in GT1 dove Gardel e Guesland dovrebbero dividersi la vittoria. Tutto ancora aperto invece in P2, dove i piloti della Acura possono ancora tentare di sopravanzare Erdos-Newton e in GT2, dove Vilander-Alesi e Fisichella hanno ancora una remota possibilità di soffiare il titolo al duo Lieb-Liezt.

Marco Zanello
Fotografie di Giacomo e Marco Zanello

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