Maledetta Primavera

3-5 aprile 2009

Maledetta primavera, cantava Loretta Goggi in una famosa canzone di tanti anni fa. Sì, davvero maledetta la primavera con il ritorno del caldo alternato agli ultimi avanzi di freddo invernale. Ma maledetta anche perché, in fondo, non si sa se i fiori che si possono ammirare in questa stagione lasceranno poi il posto a buoni frutti.

Anche sul Circuito di Montmelò, dove si è svolta la 1.000 Chilometri di Catalunya, gara di apertura del Campionato Le Mans Series, si sono visti sbocciare fiori che non è detto portino frutti. Il punto è che la vittoria delle nuovissime Lola Aston Martin ufficiali, e il generale predominio delle vetture a benzina nella classe P1, non dimostrano il ritorno di un equilibrio con i diesel, grandi dominatori delle ultime stagioni, a causa dell'assenza dei team ufficiali di Audi e Peugeot. Gli unici propulsori a gasolio presenti in gara erano quelli delle due Audi R10 del team Kolles, che hanno faticato ad esprimere il proprio potenziale, registrando un doppio ritiro.

Così c'è chi non ha dovuto aspettare per incassare delusioni, a partire dalla Ginetta Zytek dello Strakka Racing, autrice di una strabiliante pole position, ma che in gara non ha dimostrato un altrettanto valido ritmo. Forse peggiore la delusione della Pescarolo, che con l'equipaggio di punta Boullion-Tinseau é rimasta a lungo al comando sulle Aston Martin, vedendo vanificato il suo vantaggio dall'uscita in pista della Safety Car.

La vittoria della squadra di Newton Pagnell riporta alla ribalta della cronaca un marchio prestigioso come Aston Martin e, grazie ai colori azzurro e arancione dello sponsor Gulf, ha fatto tornare alla mente degli appassionati i grandi trionfi nel passato di Ford e Porsche, che a loro volta si fregiarono di questa fortunata livrea.

Qualifiche

Le prime classi chiamate a giocarsi le proprie chance in qualifica sono GT1 e GT2. Nella prima sono iscritte solamente 4 vetture, con la battaglia vera e propria limitata alla plurititolata Chevrolet Corvette dell'Alphand Adventures e alla Lamborghini Murcielago dell'IPB Spartak Racing, con quest'ultima capace di prevalere grazie all'ottima prestazione di Peter Kox, il quale ferma il cronometro su 1'44"446, lasciando a più di 1" la vettura dei francesi: purtroppo il "pipistrello" non supererà le verifiche post-qualifiche e sarà costretto a prendere il via dal fondo dello schieramento. Distanti e non competitive le due Saleen della Larbre e del Bratislava.

Nella Classe GT2, che conta ben 13 vetture, si ripete l'eterna battaglia tra Ferrari e Porsche, che in prestazione pura si risolve a favore della vettura del Cavallino rampante: Gianmaria Bruni con l'esemplare dello JMW Motorsport fa segnare il tempo di 1'48"606, davanti ad un'altra Ferrari F430, affidata d Antonio Garcia, pilota di casa. La prima Porsche 997 GT3 RSR è quella del Team Imsa Matmut, che con Patrick Pilet conquista il 3° tempo di classe, ma tra le vetture tedesche pesa la mancata ripetizione del miglior tempo fatto segnare nelle libere della mattina da Richard Lietz, che aveva girato in 1'48"145, mostrando un potenziale inarrivabile per gli avversari. Nella guerra degli altri, una solitaria Spyker batte un'altrettanto solitaria Aston Martin Vantage di 1" abbondante.

Al via della sessione dedicata a P1 e P2 ci si attende l'esplosione delle due Audi del team Kolles, che nelle libere non sono scese sotto il muro del 1'36, contro 1'33"520 fatto segnare in mattinata dalla Pescarolo di Boullion. Con lo scorrere dei minuti, tuttavia, ci si rende conto che né la R10 di Albers, né quella di Krumm sono in grado di portare un valido attacco alla pole, fermandosi rispettivamente al 6° e 11° posto. Nemmeno la nera Pescarolo di Boullion riesce a ripetere il tempo della mattina e non va oltre la quarta posizione. In ombra le Oreca AIM di Bruno Senna e Olivier Panis, rispettivamente 7° ed 8°, dalle quali ci si attendeva qualcosa di più dopo i risultati ottenuti nei test del Paul Ricard.

La sorpresa della sessione è la misconosciuta Ginetta Zytek di Dany Watts, che ferma i cronometri sull'irraggiungibile 1'32"492, lasciando a distanza anche le Lola Aston Martin di Turner e la gemella affidata a Mucke, rispettivamente seconda e terza. Ma la Ginetta, piccola casa inglese fondata nel 1958 e specializzata nella costruzione di piccole serie di GT da strada e da corsa, rischia l'en plein facendo segnare un ottimo tempo anche nella classe LMP2, con Olivier Pla che gira in 1'36"172. Il tempo resiste fino al finale di sessione, quando la Lola Judd del team Racing Box, pilotata da Giacomo Piccini, conquista il miglior tempo di classe con 1'36'156, valevole per il 12° posto assoluto in griglia. In generale, l'accoppiata tra il telaio Lola è il motore Judd si è dimostrata la più competitiva, ma va tenuto conto dell'assenza delle Porsche.

Corsa

Al via della corsa la Ginetta Zytek non riesce ad opporre alcuna resistenza alle tre Lola Aston Martin, che scatenano i loro potenti 12 cilindri. Già alla prima curva in testa si trova la vettura ufficiale affidata a Mucke, seguita dalla privata al cui volante si trova Belicchi, autore di un'ottima partenza, e da quella affidata a Darren Turner. Le tre coupè, insieme alla Pescarolo di Boullion impostano un ritmo superiore, mentre nelle retrovie inizia una battaglia dura tra le P1, in cui si trovano coinvolte la Pescarolo di Jouanny, l'Audi di Albers, la gemella di Krumm e le due Oreca con Senna e Panis. La Pescarolo è la più lenta ed è destinata a soccombere. In difficoltà anche Senna, che al 13° giro deve cedere prima a Olivier Panis e poi alla R10 di Krumm. Quest'ultimo uscirà di pista al 20° giro a seguito di un contatto con una vettura del team Signature, causando la prima entrata della Safety Car, durante la quale quasi tutte le vetture approfittano per un primo rifornimento. La corsa riprende con la Pescarolo di Boullion in testa, seguita dalla Lola Aston Martin ufficiale di Turner, da quella privata di Belicchi e dall'altra ufficiale, al cui volante è salito Charouz in sostituzione di Mucke.

Al 43° giro rientra ancora in pista la Safety Car, in seguito all'uscita di pista alla curva 4 di Kharim Alijani con la Pescarolo Mazda dell'Oak Racing. Nuovamente le vetture di testa si precipitano ai box, meno la Lola Aston Martin privata di Belicchi, che tenta il colpo e al restart si ritrova in testa: grazie al minor peso l'italiano mette un buon margine tra sé e le Lola Aston Martin ufficiali di Charouz, Primat (che ha dato il cambio Turner) e la Pescarolo di Tinseau-Boullion. La cavalcata di Belicchi si interrompe al 56° giro, quando rientra ai box per lasciare la macchina a Prost e per far controllare il motore, che sembra palesare problemi alla pompa dell'acqua. L'auto rientrerà in pista regolarmente, incapace, però, di ripetere le prestazioni mostrate in precedenza.

A questo punto in testa passa l'Aston Martin ufficiale di Charouz, seguita dalla Pescarolo di Tinseau e dall'altra Aston di Primat, tutte con un ritmo nettamente superiore agli avversari. La piccola barchetta francese si fa sotto coraggiosamente alla Aston Martin arancione ed azzurra, cercando di mettere pressione. La situazione viene risolta quando la macchina inglese rientra ai box al 77° giro. Inizia, infatti, una finestra di rifornimenti alla fine della quale la Pescarolo di Tinseau si ritroverà in testa, nonostante una fermata per uno splash and go, seguita a distanza dalle Lola Aston Martin di Enge e Ramos, che hanno dato il cambio rispettivamente a Charouz e Primat, e dall'Oreca di Panis. La situazione si stabilizza, anche se si vivono momenti di apprensione con Tinseau che fatica a doppiare un Audi e Enge, alle spalle, che si fa sotto. Il francese resiste, mentre Panis, rientrato con la sua Oreca ai box per problemi alla trasmissione, si vede costretto a scendere dalla vettura e arrendersi alla sentenza dei suoi meccanici.

Sulla vettura di testa Boullion ha sostituito Tinseau, incrementando il suo vantaggio su Enge, grazie anche ad uno svarione del pilota ceco, che si gira alla curva 11, fortunatamente senza danni. Del resto, la camera car evidenzia la fatica che fanno i piloti a mantenere la potente Aston Martin in traiettoria, con continue correzioni sul volante. Proprio l'esuberanza della vettura inglese finisce di tradire Ramos, che si gira alla curva 4 nel corso del 181° giro, causando l'entrata della Safety Car e favorendo involontariamente i compagni di squadra. In questo modo la Pescarolo di Tinseau-Boullion vede azzerarsi l'abbondante vantaggio accumulato sulla Aston Martin di Mucke-Enge-Charouz. Al 189° giro la Safety Car rientra, lasciando i due rivali a diretto contatto: Tinseau sulla Pescarolo cerca di difendersi, ma la Lola di Mucke sta esprimendo tutta la sua potenza e appena 5 giri dopo passa, senza che il francese possa opporre la minima resistenza. Alle loro spalle, ma a 3 giri di distanza si piazza l'Oreca di Bruno Senna e Stephane Ortelli, con il brasiliano che nella seconda parte di corsa ha mostrato una condotta più solida e prudente.

La classe P2 ha vissuto sul confronto tra le due Lola Judd del Racing Box e la Ginetta Zytek del Quifel ASM Team. La macchina inglese è stata particolarmente efficace nella prima parte di corsa, quando, grazie ad una brillante partenza di Olivier Pla, si era proiettata coraggiosamente fino all'8° posto, arrivando ad insidiare perfino le P1 più lente. Sulla distanza è emersa la maggiore costanza dei due equipaggi italiani della Racing Box, con Biagi-Bobbi-Andrea Piccini che hanno rimediato ad una non buona qualifica, imponendosi sulla Ginetta del Quifer. Al 3° posto di classe l'altro equipaggio composto da Ceccato-Francioni-Giacomo Piccini, che ha vissuto un brutto momento al 164° giro, quando non è riuscito a tenersi dietro la Ginetta di Pla e ha dovuto rientrare precipitosamente ai box per un controllo che, fortunatamente, non ha impedito di poter salire sul gradino più basso del podio.

Movimentate le vicende della GT1 con le Saleen tagliate fuori per la vittoria di classe: in particolare ha registrato notevoli problemi quella dell'ARC Bratislava Kaneko, che si è dovuta fermare più volte ai box per insolubili noie elettriche e per verificare i danni in seguito ad un paio di uscite di pista. La vittoria di classe è un affare tra la Corvette dell'Alphand Adventures e la Lamborghini Murcielago dell'IPB Spartak Racing che si risolve a favore di quest'ultima in parte per le buone prestazioni mostrate con Kox, in parte per un errore di Luc Alphand, che si è toccato con una delle Porsche del team Felbermayr, uscendo di pista proprio mentre si trovava saldamente al comando e relegando la Corvette al 2° posto.

La GT2 ha visto una lotta serrata tra la Porche 997 GT3 RSR di Lieb-Lietz, la gemella affidata a Pilet-Narac e le Ferrari F430 di Garcia-Mansell e Bell-Bruni. Nella prima parte della corsa ha dominato con sicurezza la Ferrari di Garcia-Mansell, ma sulla distanza è emersa la Porsche di Lieb-Lietz, a cui è toccato un maggiore lavoro per essere partiti più indietro e non troppo bene. La 997 di Pilet-Narac si è invece autoeliminata per un'uscita alla curva 4 mentre era in testa, privando la Porsche di una preziosa doppietta. Ottimo terzo posto di classe per la Ferrari Hankock, che ha confermato quanto di buono mostrato nelle prove pre-campionato.

Il prossimo appuntamento è per il 10 maggio alla 1.000 Chilometri di Spa e lì saranno presenti le Peugeot ufficiali in preparazione per Le Mans: sul classico circuito belga si riuscirà a comprendere meglio qual è il reale stato dell'arte in questa serie. Ovviamente insieme a Connectingrod!

Stefano Costantino

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