Per un giornalista specializzato nel mondo delle auto d’epoca il Retromobile non è soltanto l’occasione per iniziare la stagione entrante, ma soprattutto l’opportunità per incontrare colleghi ed addetti ai lavori dopo la meritata pausa invernale. La visita al salone diventa così un lento pellegrinaggio tra i vari stand, dove tra un convenevole e l’altro, si ha l’opportunità di scambiare qualche opinione con chi fa di questo mestiere una "mission".
E nell’incontrare presso gli spazi riservati alla Le Mans Classic, il patron della manifestazione Patrick Peter, non abbiamo potuto esimerci dal porgli qualche quesito relativo la salute delle competizioni riservate alle auto d’epoca, che proprio in lui hanno il maestro organizzatore.
Signor Peter, il successo degli eventi organizzati dalla sua agenzia è ormai incontestabile. Qual è il bilancio complessivo del 2013 e quale l’obiettivo raggiunto che ritiene più prestigioso.
La stagione nel complesso è stata molto positiva, e questo nonostante una situazione non proprio ottimistica. Se devo essere sincero la cosa che mi ha reso particolarmente felice è stato il rilancio della categoria Nastro Rosso; dopo un esordio particolarmente felice a fine 2010, la categoria era entrata in un tunnel dal quale non sembrava poter uscire nonostante i nostri investimenti. Ad inizio 2013 abbiamo deciso di fare un grosso sforzo per rilanciarla, permettendo tra l’altro l’iscrizione di vetture non totalmente italiane ma fortemente legate al belpaese, quali le Porsche Abarth, e fortunatamente nel corso della stagione abbiamo raccolto i frutti di quanto seminato, garantendo un buon numero di iscritti ed un sano agonismo. Per la nuova stagione probabilmente apriremo a nuove vetture, come le Aston Martin DB4 Zagato.
La novità di Peter Auto nel 2013 è stata la gara di Porto. Si considera soddisfatto del risultato?
Si è trattato di un successo davvero gradito: il comune di Oporto ci ha chiamati per sviluppare questo evento che già si era svolto in precedenza e si è detto molto soddisfatto del risultato finale. Al momento non sappiamo se la corsa, biennale, verrà organizzata nel 2015 dal momento che il consiglio comunale potrebbe cambiare, ma abbiamo ricevuto garanzie rispetto al fatto che, se si organizzerà di nuovo, ci saremo ancora noi.
Avete invece deciso di abbandonare la consulenza che avevate a Pau.
Purtroppo non aveva senso proseguire. Avevamo un contratto di tre anni che abbiamo voluto rispettare, ma in questo periodo non abbiamo visto crescere ne l’interesse del pubblico e neppure quello degli sponsor. Abbiamo investito molto denaro e non abbiamo assistito ad alcuno sviluppo!
Si è trattato di un problema simile a quello che avevate affrontato un paio di anni fa con la Ronde du Ventoux?
Esattamente! Sappiamo molto bene come i risultati non si possano vedere da subito, ma se giunti alla terza edizione di un evento, non si osserva alcuna evoluzione, allora diventa inutile il continuare ad investire. Organizzare eventi su pista per auto storiche è diventato sempre più caro per cui bisogna saper fare le giuste scelte, anche se a volte costano sul piano emotivo. Peraltro al tempo stesso abbiamo avuto l’opportunità di curare l’organizzazione del Grand Prix de l’Age d’Or a Digione, che consideriamo un evento dal grande potenziale e che richiederà un grande impegno da parte nostra.
Passando al 2014, la stagione su pista inizierà con il Mugello Classic; qual è stata la ragione che vi ha portati a sostituire Imola, molto apprezzata dai piloti, con il circuito toscano?
Alla base di tutto c’è stato un problema di date: avendo deciso di spostare il Tour Auto per evitare di farlo coincidere con le festività pasquali, abbiamo dovuto modificare anche la data della prova italiana. Sfortunatamente Imola non aveva week-end disponibili e per questo abbiamo scelto il Mugello. A questo proposito non abbiamo ancora deciso dove svolgeremo l’evento nel 2015 in quanto preferiamo attendere il giudizio dei piloti, molti dei quali ancora non conoscono il Mugello.
A suo parere quali sono le ragioni per le quali in Italia l’automobilismo storico in versione “racing” non raccoglie il dovuto interesse?
Non so, non sono italiano! (Ride) Senza sbilanciarmi posso dire che le gare storiche rispondono a regole molto diverse da quelle moderne e nell’organizzarle bisogna essere scrupolosi. Forse in Italia i promotori di questo tipo di evento non hanno ancora appreso pienamente le tecniche organizzative. Ma è soltanto la mia opinione.
E’ però vero che anche nelle gare da lei organizzate, gli italiani latitano non poco.
Sicuramente ci sono altre ragioni: negli ultimi anni in Italia abbiamo assistito ad avvenimenti di tipo fiscale che hanno portato i collezionisti italiani a non voler mostrare troppo quanto possiedono. Da promotore spero sempre che le cose cambino perché i collezionisti italiani possiedono davvero delle gran belle macchine.
La novità di quest’anno sarà invece il “Concours Chantilly Arts & Elegance Richard Mille”, un concorso d’eleganza.
E’ un concorso dalle grandi ambizioni e per noi rappresenta una sfida del tutto nuova. Il Tour Auto è considerato insieme alla Mille Miglia il rally storico per antonomasia; la Le Mans Classic è con il Goodwood Festival il meglio su pista. Come organizzatore sentivo la mancanza di un concorso di eleganza ed allora ho deciso di provare ad organizzare un evento che un domani possa competere con quelli di Villa d’Este e Pebble Beach.
Il Tour Auto, che quest’anno terminerà per la seconda volta a Marsiglia sarà il primo evento 2014 mentre al solito per la Le Mans Classic bisognerà attendere l’estate; ci aspettano delle novità?
Sicuramente si. Sui partecipanti non posso ancora dire molto, ma non ho problemi ad anticipare che ci saranno nuove vetture prestigiose e piloti di valore assoluto. Tuttavia stiamo lavorando soprattutto sull’animazione, con un drive in aperto sin dal venerdì nel quale verranno proiettati film incentrati sull’automobile o nei quali le automobili sono protagoniste, come in “un uomo, una donna”. E’ anche deciso che aumenteremo gli spazi riservati ai club.
Prima di salutarla, uno sguardo alle moderne: sempre deciso a non organizzare più alcun evento?
Resto azionario della società che organizza il Wec e la Elms e sono molto attento all’evolvere di queste categorie ma ormai ho deciso di concentrarmi sull’organizzazione di eventi riservati alle auto d’epoca. Meglio saper fare bene il proprio mestiere!
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