Superata la scalinata d’uscita della fermata del metrò di Porte de Versailles e raggiunta la spianata di cemento che precede i cancelli del Parc des Expositions, per un attimo siamo stati tratti in inganno dalla nuova destinazione riservata al Retromobile all’interno degli spazi espositivi. Dopo gli incredibili numeri fatti registrare nelle ultime edizioni la società che gestisce il parco espositivo più grande di Francia ha accettato la richiesta degli organizzatori di poter utilizzare il padiglione numero 1, che con i suoi 51.017 mq rappresenta quanto di meglio si possa offrire. Come era prevedibile, questa scelta valorizzante, ha pagato lo scotto di lasciare un po’ contrariati gli spettatori e gli addetti ai lavori, che a fatica sono riusciti ad impostare un tour che permettesse di non perdersi tra gli stand; la scelta degli organizzatori di dividere in linea retta l’area riservata all’esposizione da quella dei ricambi e automobilia ha comunque semplificato le cose.
A dare il benvenuto al pubblico sopraggiunto, due esemplari unici progettati negli anni ’20 dello scorso secolo per ottenere il record di velocità sul chilometro lanciato. Da un lato la Sunbeam 350 cv, progettata da Louis Coatalen, che tra il 1922 e il 1925 ottenne numerosi record grazie all’utilizzo del 12 cilindri a V Manitou da 18 litri, dall’altra la Babs, costruita da Louis Zborowski su telaio Mercedes, con la quale l’ingegnere Thomas Parry stabili i record di velocità nel corso del 1926. Anche in questo caso il motore utilizzato era un 12 cilindri a V, capace di erogare all’incirca 600 cv, ma con una capacità di 27 litri. Inutile ricordare al pubblico italiano che queste due vetture stabilirono i rispettivi record all’indomani di quello ottenuto dalla Fiat Mefistofele.
Tra gli stand espositivi al solito si sono distinte per dimensioni ed attenzione le grandi case francesi, ubicate sapientemente nel centro del salone. Renault ha occupato i 700mq allestiti per celebrare i cinquant’anni della Renault 8 Gordini, con cinque esemplari esposti, e i trent’anni della Renault Espace, mentre Peugeot e Citroen si sono limitate ad un esposizione di veicoli di pregio. Di tutt’altro spessore quanto proposto dalle due case tedesche presenti: Porsche ha celebrato il proprio ritorno a Le Mans portando a Parigi la 550 spyder vincitrice di categoria nel 1956 con von Frankenberg e von Trips, la 917K di Marko-van Lennep che si aggiudicò l’edizione del 1971 stabilendo il record di percorrenza, battuto soltanto due anni fa dalla Audi, ed una GT1, ultima Porsche a vincere la maratona francese nel ’98. Mercedes se possibile ha fatto anche di meglio: per celebrare i 120 anni di corse ha portato al Retromobile un bel pezzo della propria storia, iniziando dalla 115PS con cui Lautenschlager vinse il GP di Francia 1914, e proseguendo con la W196 Stromlinie con cui Fangio vinse nel 1954 a Reims, la C9 che si impose a Le Mans nel 1989, una McLaren Mp4/15 del 2000 ed una CLK da DTM. Restando in casa Mercedes hanno destato molto interesse le due CLK-LMs del 1998 esposte da Classic Sport Leich, l’una in versione corsa l’altra nella veste originale Strassenversion, necessaria per omologare la vettura.
Non si può poi dimenticare la bellissima collezione privata di Alpine portata al Retromobile per celebrare il fondatore Jean Rédélé: una ventina di esemplari che hanno saputo raccontare la storia del prestigioso marchio che lo scorso anno la Renault ha voluto riproporre attraverso l’avventura in ELMS. Tra tutte ha brillato la A441, antesignana della 442 con cui Renault ottenne la vittoria a Le Mans, che nel 1974 conquistò con Serpaggi sia il campionato continentale marche che quello piloti.
A far parlare di se è stato ancora una volta il collezionista svizzero Lukas Huni, affezionato sostenitore della manifestazione; per l’edizione 2014 non si è limitato ad allestire il solito stand ricco di vetture blasonate, ma ha deciso di ampliare l’esposizione attraverso uno spazio dedicato al marchio Lancia. Così, al fianco delle bellissime Aston Maston DBR1 e DBR4, nate dallo stesso progetto per correre rispettivamente nella categoria Sport e in F1, il pubblico ha potuto osservare una Strato’s gruppo 4, una D24 Sport e una B24S Aurelia Spider, sistemate tra la quindicina di Lancia presenti nello stand. Davvero uno spettacolo appagante!
Ciliegina sulla torta è stata la collezione di vetture appartenute ai sovrani indiani esposte nello spazio riservato al museo Louwman, con tanto di elefante che ha fatto una breve incursione nel salone. Tra Isotta Fraschini, Delage, Delahaye e Rolls-Royce, a farla da padrona sono state le vetture nate dall’ingegno dell’eccentrico inglese Robert Nicholl "Scotty" Matthewson, all’epoca residente a Calcutta. Nel 1910 si fece costruire la Brooke Swan, un’auto chiaramente ispirata ad un cigno, che gli costò l’equivalente di sei Rolls-Royce Silver Ghost, ma la città gli impedì di utilizzarla nelle strade aperte al traffico. La vettura venne allora acquistata dal Maharaja di Nabha, che prendendone spunto, ne fece costruire una versione più piccola ribattezzata Cygnet, spinta da un motore elettrico, con la quale circolare all’interno dei suoi giardini.
Molti altri pezzi di assoluto pregio hanno occupato gli spazi privati più piccoli, come la Ferrari 330 P4 seconda assoluta a Le Mans nel ’67 inserita in un diorama insieme al camion Fiat Bartoletti, usato all’epoca dalla scuderia Ferrari per portare sui circuiti le vetture da corsa. La storia di questa vettura è piuttosto complessa, essendo passata per diversi proprietari che la hanno sottoposta a continui restauri dopo che Piper l’aveva trasformata in una 350 Can Am.
Splendida anche la Bentley 3 litri che, pur iscritta privatamente, vinse la 24 ore di Le Mans del 1924 con l’equipaggio Duff-Clement, anticipando di qualche anno le vittorie dei Bentley Boys.
Al solito non è mancata l’asta di Artcurial, svoltasi nel corso di due giornate, alla quale hanno partecipato molti collezionisti, dimostrando quanto il mercato delle auto d’epoca non risenta particolarmente della crisi: alla fine quasi tutti i lotti hanno trovato un proprietario, consentendo di incassare la cifra record di 30 milioni di euro. Peccato per la Ferrari 156/85 ex Johansson, che non ha trovato alcun acquirente interessato.
Di assoluto livello anche l’area riservata ai commercianti di accessoristica e automobilia, capaci di allestire stand gradevoli e ordinati, nei quali molti collezionisti hanno potuto acquistare i ricambi necessari per le loro auto d’epoca o qualche oggetto d’arredo finemente realizzato. Un’altra ragione per non farsi mancare il Retromobile.
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