Come ormai d'abitudine, anche quest'anno il mondo dell'automobilismo storico ha fatto tappa sul circuito di Monza per la Coppa Intereuropa, con ben 9 categorie impegnate in pista, tra le quali l'Historic Formula 1 Championship e il C.E.R., oltre al neonato Italian Historic Car Cup, campionato riservato alle Gran Turismo, Sport e Sport Prototipo italiane costruite prima del 1974. La cornice di pubblico è stata come sempre incoraggiante anche se non si sono raggiunti i livelli dello scorso anno, quando la manifestazione aveva fatto registrare il record di presenze, ma ad onor del vero va ricordato che si è svolta nello stesso week-end del Gran Premio d'Italia di motociclismo. Tra i vari appuntamenti organizzati al di fuori del settore puramente agonistico, due parate per vetture stradali sul circuito classico e una speciale per la categoria U2TC e GT Pre'63 sull'anello di Alta Velocità, così come non sono mancate le esposizioni e le mostre scambio presso il Padiglione del Festival dell'Autodromo.
Riservata alle automobili da strada e da pista che sono state costruite ed omologate entro il 1963, questa categoria ha vantato tra le iscritte una Ferrari 330 GTO, ovvero una delle tre 250 GTO sulle quali venne montato un motore da 3967cc. al posto del classico 3 litri: oltre a catalizzare l'attenzione del pubblico, la vettura, dopo l'abbandono della Aston Martin DP212 nel corso delle prove, non ha avuto rivali in pista, permettendo a Voegele una passerella difficili da vedere persino nelle gare di auto d'epoca, culminata con un vantaggio di 1'32"527 sul secondo classificato, il belga Devis su Ferrari 250 Gt Swb.
Molto apprezzata dal pubblico italiano per quanto la Giulietta abbia rappresentato in campo automobilistico tra la metà degli anni '50 e quella degli anni '60, è una classe che regala ogni anno gare avvincenti, spesso decise all'ultimo giro. Tra gli iscritti quest'anno, oltre al solito Merzario, anche il campione americano Bobby Rahal, sempre pronto a salire su di un'auto d'epoca.
Gara uno è stata caratterizzata dall'abbandono del favorito Martin su Giulia Spyder Veloce dopo un inizio arrembante e dal recupero, culminato con una bella vittoria, di Messner su esemplare a coda tronca dopo una brutta partenza, seguito da Shaw su Giulietta Sprint.
In gara due il pubblico è stato deliziato dalla prova di Martin che, partito dal venticinquesimo posto, ha raggiunto il gruppo dei primi a due giri dal termine compiendo dei sorpassi magistrali e aggiudicandosi la prova grazie anche ad un lungo in prima variante di Korber su Giulietta Tz, giunto poi secondo.
Intitolata a colui che fu presidente della Commissione Sportiva dell'Automobile Club di Milano oltre che valente pilota, rappresenta la categoria con più iscritti, essendo riservata a macchine costruite entro il 1966: numerose in particolare le Ford Lotus Cortina e Alfa Romeo Giulia , che da alcuni anni si contendono la vittoria, alle quali fanno da contorno BMW 1800 Tisa, Austin Mini e Fiat Abarth 1000, tutte obbligate nel corso della gara a fare un pit stop con cambio pilota.
In pista, dopo l'iniziale cavalcata solitaria di Furiani su Alfa Giulia, è rinvenuto bene Voyazides, già autore della Pole Position, che a suon di giri veloci ha sopravanzato l'avversario precedendolo di oltre 25" sul traguardo. Terzo posto per l'altra Cortina di Wolfe, autore di una gara regolare.
Dedicata alle vetture Gt e Sport costruite fino alla metà degli anni '60, ha rappresentato uno dei momenti più interessanti del week-end, grazie ai marchi famosi che hanno composto la lista degli iscritti, tra i quali Jaguar, Aston Martin, Ferrari, Bizzarrini, Lotus e altri ancora.
Al solito la gara è stata dominata dalle vetture anglosassoni, con Shelby e Ac Cobra, Jaguar C type e Aston Martin Dp212 a farla da padrona. Dopo un duello serrato durato per tutta l'ora e mezza della gara, si è imposto ancora Voyadizes in coppia con Hadfield, precedendo di soli 5" l'altra Cobra della coppia Hall-Hall.
Come si è già avuto modo di dire, si tratta di una nuova categoria che come tale presenta una certa disomogeneità tra le vetture iscritte, con bolidi che hanno fatto la storia delle gare endurance affiancati da vetture granturismo che pagano un divario velocistico impressionante; certo è che vedere in pista una Ferrari 512S e una Alfa Romeo 33/2 Daytona, è stata cosa per palati fini, qualcosa che ha fatto capire quanto sia importante avere manifestazioni come questa in Italia.
In pista la lotta per la vittoria ha visto protagonisti Monteverde, proprio sulla bellissima e potentissima Ferrari e Martin Stretton sulla agile Osella Abarth PA1, autore peraltro della Pole Position: in gara 1 lo specialista di queste corse ha ottenuto una meritata vittoria grazie ad una gara tutta d'attacco, nel corso della quale ha più volte infilato la Ferrari prima di essere ripassato sui lunghi rettifili dove il 12 cilindri di Maranello faceva la differenza, fino a quando Monteverde non ha compiuto due brevi uscite di pista prima in Parabolica, poi alla Ascari, lasciandogli via libera.
In gara 2 invece la voglia di riscatto ha dato la carica a Monteverde, che non ha commesso alcun errore transitando sotto la bandiera a scacchi con un margine di oltre 8" proprio su Stretton.
Se nella passata edizione era stata una delle categorie che aveva dato maggior spettacolo, quest'anno la Formula 3 ha offerto due gare senza storia e senza sorpassi rilevanti al vertice, con posizioni acquisite già nel corso della prima tornata. Ad imporsi in entrambe le gare è stato il francese Chateaux su Ralt RT3 Alfa, seguito da Leone, su vettura gemella motorizzata Vw: mentre nella prima gara la vittoria è arrivata dopo una gara in solitaria, in gara 2 l'italiano è riuscito a rendere la vita più difficile al francese, restando al comando per 9 dei 14 giri complessivi, regalando l'unica emozione di una gara per il resto piuttosto piatta.
Anche in questo casa le due gare non hanno regalato molte emozioni, anche a seguito dell'uscita di scena quasi immediata di Stretton, uno dei favoriti. In gara uno la vittoria è andata a Peter su Ralt RT1 bravissimo a contenere il più veloce Harper su vettura gemella, mentre in gara 2 quest'ultimo non ha avuto rivali, giungendo sul traguardo con un vantaggio considerevole.
Il terzo appuntamento della stagione del Campionato FIA Formula 1 storiche, dopo le gare di Hockenheim e Spa, è stato come al solito l'evento che ha maggiormente catalizzato l'interesse degli spettatori, con ben 27 vetture in pista, tra le quali uno splendido esemplare di Lotus 79, la wing-car che consentì a Mario Andretti di conquistare il Campionato mondiale del 1978.
In pista i favoriti della vigilia, Verdun-Roe su McLaren Mp4/1B, Folch Rusinol su Brabham Bt49C, Kinch su Arrows A4 e Kubota su Wiliams Fw07C non disattendevano le illusioni, ergendosi sin dalle prove ai primi quattro posto della classifica, tutti all'interno dello stesso secondo. Dopo le libere, favorevoli allo spagnolo, le qualifiche vedevano al comando Kubota, che precedeva Kinch di quattro decimi, Verdun Roe di sette e Folch di un secondo. La seconda sessione, svoltasi con temperature torride che rendevano la pista più lenta, vedevano il solo Folch che riusciva a migliorarsi, portando il distacco a soli 9 decimi dalla Pole.
Al via della gara Kubota parte male, facendosi scavalcare alla prima variante sia da Kinch che da Verdun-Roe e arrivando addirittura ad essere quarto quando Folch Rusinol lo passa all'interno della Roggia. Il giapponese tuttavia sfrutta la miglior accelerazione e si riprende la terza posizione con un bel sorpasso all'interno della prima di Lesmo. Al quarto passaggio Kinch rallenta inspiegabilmente alla seconda di Lesmo e viene passato all'interno dai due inseguitori, mentre Folch, più arretrato, gli guadagna la scia senza tuttavia riuscire a superarlo; allo spagnolo serviranno altri due giri per conquistare la terza posizione, approfittando del ritiro della Arrows dopo l'ennesimo rallentamento. All'inizio del settimo passaggio l'episodio decisivo, con Kubota che prende la scia di Verdun-Roe sul rettilineo dei box e lo passa alla staccata della prima variante, prendendosi quella prima posizione che non lascerà fino al traguardo, nonostante la pressione del britannico. Terzo Folch Rusinol, distanziato soltanto nell'ultima tornata quando era chiaro che i primi due erano imprendibili, mentre è stato sfortunato Wuensch su Wolf Wr1, cui è esploso il motore ad un giro dal termine quando era in sesta posizione.
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