Al Retromobile Patrick Peter ci aveva garnatito che l’Imola Classic 2013 sarebbe stata decisamente migliore rispetto a quella della passata stagione, ed in effetti, tornando alla base la domenica sera abbiamo convenuto che sia come organizzazione che come vetture presenti, il risultato era stato ampiamente ottenuto. Quello che però ci ha lasciato l’amaro in bocca è stato il constatare che il richiamo di questo tipo di manifestazioni in Italia è ridotto se non addirittura inesistente. Pochi, pochissimi i piloti italiani accorsi mentre le tribune sono rimaste vuote, orfane di coloro che tante, troppe volte, ostentano competenze ed interesse che poi non si traducono in oggettiva partecipazione.
Eppure, pur non raggiungendo i livelli della Spa Classic o della Dix Mille Tours, gli ingredienti per riempire le tribune c’erano tutti, compreso l’inserimento della prima manche del Challenge Formule Storiche, organizzato da Tommaso Gelmini, che ha portato in pista alcune tra le più interessanti Formula Junior e Formula 3 1.000cc che hanno caratterizzato l’automobilismo sportivo tra gli anni ’60 e ’70. Al loro fianco le tre categorie per antonomasia di Peter Auto: CER, Sixties’ Endurance e Trofeo Nastro Rosso. Dal canto suo l’autodromo, pur versando in condizioni precarie, ha ancora una volta conquistato i concorrenti che, tra le altre cose, hanno potuto vedere, almeno dall’esterno, la struttura che prossimamente ospiterà il museo del circuito, architettonicamente davvero gradevole. Peccato solo che nel progetto non sia stata compreso l’elevatore per portare nello spazio espositivo le vetture!
Decisamente interessanti anche l’esposizione di biciclette storiche, organizzata in uno dei box dell’autodromo e la presenza di una pista slot, sulla quale si sono sfidati bambini e non solo; per contro è mancata l’area automobilia che contraddistingue solitamente le manifestazioni di Peter Auto. Da osservare inoltre che l’assenza della partnership con Alain Figaret, celebre stilista parigino, ha impedito di proporre una linea di abbigliamento dedicata alla manifestazione.
La categoria riservata alle vetture italiane, che lo scorso anno aveva visto scendere in pista soltanto 6 vetture, quest’anno ha raccolto la bellezza di 21 iscrizioni, diventando una vera passerella del design italiano. Tra le più apprezzate la Ferrari 250 SWB Competizione che Piero Drogo ricarrozzò nel 1964, partendo da un telaio costruito nel ’61 ed utilizzato dalla scuderia Francorchamps. Considerata l’ultima Gt da corsa del pilota e carrozziere piemontese, non deve essere confusa con la più famosa Breadvan, anch’essa derivata da una SWB. Altra presenza interessante quella della Ferrari 250 Boano che, pur presentando linee discutibili, rappresenta la prima vettura del cavallino rampante progettata per l’utilizzo su strada. Per rinfoltire i ranghi, l’organizzazione ha peraltro permesso la partecipazione di vetture anche solo parzialmente italiane, accettando così l’iscrizione di due Porsche-Abarth Carrera e una Cooper Monaco-Maserati. Dopo la pole position ottenuta da De Siebenthal su ISO Grifo A3/C con il tempo di 2’06”834, le due gare da 45’ hanno registrato la doppia vittoria diella coppia Hugenholtz-Hart, sulla Ferrari Drogo. In gara uno infatti De Siebenthal non è riuscito a riagguantare Hugenholtz a causa di problemi ai freni, dopo essere stato protagonista di una brutta partenza, mentre in gara due Hart ha guidato in sicurezza fino al traguardo dal momento che la vettura avversaria non ha potuto prendere il via.
Nastro Rosso Gara |
La categoria riservata alle auto che hanno fatto la storia delle corse di durata tra la fine degli anni ’50 e la prima metà degli anni ’60, ha riservato come sempre un grande spettacolo in pista, soprattutto per la competitività messa in mostra da numerosi equipaggi. Tra le auto più apprezzate, nonostante non avesse velleità di ottenere un buon risultato davanti alla cavalleria degli avversari, una Alfa Romeo Giulia SS equipaggiata con un 1.600 cc, vettura nata all’alba del 1960 per sfidare sui campi di gara la Porsche 356 e caratterizzata da un coefficiente di penetrazione di livello assoluto per il periodo in cui venne realizzata. Dominatrici del fine settimana sono state come ormai d’abitudine le AC Cobra, con la coppia Hart-Hugenholtz a staccare la pole davanti a Guenat-Mahe e a Firmenich-Moser. La gara poi è stata caratterizzata dalla sfida a suon di sorpassi tra le Cobra di Hart e quella di Alex Van Der Lof. Per la prima parte di gara ha tentato di inserirsi nella lotta anche la ISO Grifo A3/C di DeSiebenthal-Vananity, costretta tuttavia al ritiro quando occupava saldamente la terza posizione. Particolarmente interessante la gestione delle due Cobra dominatrici dell’evento ai box, dove i meccanici sono stati impegnati in rapidi cambi gomme sul fianco destro per ovviare al deterioramento causato dal ritmo forsennato dei primi giri. La sfida si è conclusa quando la bella e brava Shirley Van Der Lof, subentrata al padre, è stata costretta al ritiro per problemi al motore, lasciando la vittoria alla coppia Hart-Hugenholtz. Alla fine di una gara durata due ore il secondo posto è andato alla coppia Guenat-Mahe su AC Cobra, seppur distanziata di un giro, mentre sul terzo gradino del podio sono saliti Bentz-Trichet su Jaguar Type E, grazie soprattutto ai guai che hanno interessato le altre Cobra in pista.
Sixties' Endurance Gara |
Le 25 monoposto iscritte alla prima prova del campionato 2013, hanno contribuito al successo di questa manifestazione: inutile negare il fascino di questi telai tubolari, capaci di velocità di tutto riguardo, vere formule propedeutiche tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’60. Nutrita la partecipazione di Formula 3, mentre tra le Formula Junior si sono potuti osservare alcuni esemplari a motore anteriore tanto cari al Conte Lurani, ideatore della categoria. Curiosa la Fiat-Wainer FJ, progettata da Giancarlo Mantovani nel 1963 prendendo spunto dalla Ferrari 156 di Formula 1. Anche per questa categoria sono state previste due gare da 25’, dominate entrambe dalla Merlyn Mk10 dello svizzero Maulini, già autore della Pole Position con il tempo di 2’03”320. La rossa monoposto, il cui palmares sportivo non può essere considerato particolarmente brillante, ha preceduto in gara 1 la ben più blasonata Lotus 22 di Monfredo Rossi di Montelera e la Brabham BT28 di Rivet, dopo il ritiro della Tecno 70 di Fischer. In gara 2 Maulini ha invece ottenuto il successo precedendo Fischer e Bruno Ferrari su Branca FJ.
Challenge Formule Storiche Gara |
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Trofeo Nastro Rosso | Sixties' Endurance | Challenge Formule Storiche |
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