Verso le 6 di sera scende in pista la Serie F per vetture di Formula 1 dal 1973 al 1978. Diluvia e le vetture si schierano con gomme da pioggia. In pole il giovanissimo Michael Lyons, con la sua Hesketh 308E, celebre per la donnina di Penthouse dipinta sulle fiancate. Dietro di lui la McLaren M23 di Bobby Verdon-Roe, la Surtees TS19 di Oliver Hancock, la Hesketh 308E di Cosimo Turizio e la Lola T370 Embassy-Hill di Mauro Pane. Tra le vetture presenti due Penske e una Parnelli, che sintetizzano l’esperienza dei costruttori americani in Formula 1, la disgraziatissima ma bella Lotus 76, che fu accantonata dopo poche gare nel 1974, l’altrettanto disgraziata Amon, prima e ultima esperienza da costruttore per il pilota Chris Amon, l’immancabile Tyrrell P34 a sei ruote, e la stramba Trojan, con la sua curiosa ala anteriore sospesa davanti al muso.
Le procedure di partenza sono complicate causa pioggia e pasticci nella fase di schieramento. Ad un certo punto si alza anche una densa nube di vapore dalla M26 di D’Ansembourg. Si ripete due volte il giro di schieramento, prima che la direzione gara decida saggiamente per la partenza lanciata.
Lyons, Verdon Roe, Hancock e Turizio passano in ordine. Dietro la situazione è più calda con Nearbourg e D’Asenbourg che danno il via alla gara di liscio a Sainte Devote: infinito l’elenco di quelli che infilano, al ritmo di “Romagna Mia”, lo spiazzo dietro la celebre curva. Altri preferiscono esibirsi nel salto della Chicane del Porto, altro sport molto di moda qui a Montecarlo.
Verdon Roe, invece, preferisce girarsi alle piscine al primo giro, lasciando il secondo posto alla Surtees di Hancock e il terzo a Cosimo Turizio. La McLaren M23 esce immacolata dal testacoda e Verdon-Roe si da fare per recuperare un po’ di posizioni perse, mentre Lyons allunga le distanze rinsaldando la sua posizione in testa alla corsa.
La Trojan di Philippe Bonny, finisce contro le barriere al tornantino del Sun Casino: lunga e difficile sarà la manovra per uscire dai guai. A forza di botte contro i guardrail, il francese si rimette in carreggiata.
Mauro Pane cerca di tenere la sua Lola lontano dai guai e viaggia stabilmente al quinto posto, mentre Verdon Roe si è portato al terzo a suon di sorpassi. La sua McLaren giunge alle spalle della Surtees di Hancock e cerca un varco, ma l’avversario copre bene gli spazi. Verdon-Roe sembra doversi arrendere alla situazione e si ha quasi l’impressione che alzi il piede: va bene così. Poi l’imponderabile accade. All’ultimo giro Hancock perde il controllo nella parte bassa del circuito, sbatte malamente contro le barriere e Verdon Roe può passare.
Mentre Lyons, Verdon-Roe e Pane tagliano il traguardo assicurandosi le posizioni sul podio, la corsa si conclude con Quaggia, Drake e Higson che si ammucchiano alla Rascasse, formando un massiccio ingorgo stradale.
In una categoria come le gare storiche dove l’età media è piuttosto alta, fa effetto vedere un giovane vincere: il ventunenne ragazzo inglese corre tanto con le storiche che con le vetture moderne, occupando un prestigioso volante su una Ferrari 458 GT3 dell’AF Corse, nel campionato FIA GT3. In questo week end monegasco il ragazzo non era solo: provenendo da una famiglia da corsa, nella sua stessa categoria era presente suo padre Frank con una McLaren M26, mentre la madre Judith non ha centrato la qualifica nella Serie E con una Surtees TS9.
Well done Michael!
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