La prima classe a esibirsi domenica mattina è la serie B, vetture da Gran Premio e Formula 2 antecedenti al 1961. Altamente spettacolare per la guida fisica richiesta da queste monoposto, caratterizzate da poco grip rispetto alla potenza, la serie B ha visto partire in pole la Cooper T51 a motore posteriore di Roger Wills. Dietro di lui la Lotus 16 di Duncan Dayton, come sempre tra i protagonisti del week end, e l’altra Lotus 16 di Joachim Folch. Le prime sette posizioni sono occupate esclusivamente da vetture inglesi, tra cui si trovano anche due bellissime BRM: la P25 e la prima vettura a motore posteriore della casa inglese, la P48. All’ottavo posto la magnifica Ferrari 246 Dino del 1960 di Tony Smith.
Al via della corsa Wills parte in testa, mantenendo la posizione davanti a Dayton. Folch non ha la macchina in forma e scatta malissimo, così al terzo posto si propone la BRM P25 di Pearson. La battaglia per le prima posizione si fa subito incandescente con Dayton che preme alle spalle di Wills. L’inglese si trova in grossa difficoltà al settimo giro, quando Dayton approfitta del traffico dei doppiati per infilarsi alla Rascasse. Sembra che l’americano ce la possa fare, ma la ruota della sua Lotus 18 sbatte contro il guald rail e Wills si riporta in testa. Il focoso americano si gira poi subito a S.te Devote, forse per qualche problema sulla ruota posteriore in seguito alla toccata rimediata poco prima. Con Dayton fuori dai giochi Wills può tagliare tranquillo il traguardo davanti a Pearson e alla BRM P48 di Baxter. Da segnalare il nono posto di Nathan William che ha portato avanti la sua piccola Cooper Bristol T23 sfoggiando una guida sempre al limite in una successione infinita di controsterzi, sovrasterzi, ruote alzate in curva, cordoli aggrediti e continui colpi di sterzo per aggiustare la traiettoria.
Bel risultato anche per la Lancia Marino, vettura italiana progettata da Marino Brandoli nel 1954, con l’idea di proporla come entry level alla Formula 1. La vettura italiana è stata riportata in efficienza da Luigi Brandoli, figlio del costruttore, e affidata in questa occasione a Beppe Gabbiani, che l’ha portata al diciottesimo posto con una bella partenza e una gara regolare, a compensazione di un week end reso difficile da problemi ai freni.
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