Decisamente più animata la corsa della Serie A, che raccoglieva le macchine da Gran Premio e le Voiturette antecedenti al 1952. Nel regno della balestra e dell’assale rigido, i piloti si son dovuti dare da fare con il volante e l’acceleratore. Sui freni meglio non fare troppo conto, perché i vecchi tamburi a volte tirano brutti scherzi.
Fin dalle qualifiche dominio netto delle monoposto inglesi ERA, ben quattro nei primi cinque posti, con la sola Maserati 4CL di Rowland Portman come elemento di disturbo al terzo posto. Portman non riuscirà poi a prendere il via per problemi tecnici, mentre saranno presenti la bellissima Talbot Lago di Klaus Lehr e la Bugatti 59/50 BIII di Thomas Dark, un esemplare unico del 1936 che ebbe scarsa fortuna in un’epoca dominata dalle vetture tedesche.
Il poleman Bronson parte in testa davanti a Dowling. Subito staccate le Era di Gans e Landy, tallonate dalla Maserati di Stippler. Dowling cerca lungo tutta la gara di forzare la mano a Bronson, che però non sbaglia nulla e non concede spazi. Dietro infuria la battaglia tra la Era di Landy e la Maserati di Stippler per il quarto posto. A circa metà gara Stippler riesce a passare perché Landy rallenta notevolmente. La Maserati prova a recuperare su Gans, ma da dietro rinviene Landy, che si riprende il maltolto lungo la discesa del Casino, uscendo primo dal Mirabeau. Quindi quattro monoposto ERA tagliano il traguardo in sequenza: Bronson, Dowling, Gans, Landy, e poi le Maserati di Stippler e Balz. Un dominio che sarebbe piaciuto ai tre fondatori della English Racing Automobiles, Humphrey Cook, Raymond Mays, and Peter Berthon, che per la verità, nei grandi eventi del loro tempo, non conobbero successi così eclatanti.
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