La classe regina ha regalato grandi emozioni nel corso del week-end, e ciò nonostante siano mancati i protagonisti delle passate edizioni: assenti Edwards, Stretton e Pane, la lotta per la vittoria si è concentrata su Verdun-Roe con la sua McLaren M26 e Stéphane Richelmi, beniamino locale che ha sostituito il padre Jean Pierre alla guida della Ensign N175. Nel corso delle qualifiche i due sono riusciti ad infliggere un distacco di 3” ai diretti inseguitori e alla fine l’ha spuntata l’inglese, capace di fermare i cronometri sul tempo di 1’33”900. La prima sessione è stata purtroppo funestata da un brutto incidente alla curva del tabaccaio che ha visto coinvolte la Ferrari 312T3 di Folch-Rusinol, cui è esploso improvvisamente il motore, e la March 761 di Gallego; i danni riportati dalle due monoposto ha reso impossibile la loro partecipazione alla gara.
Con soli diciassette piloti presenti, il via della gara riserva non poche sorprese: alla fine del primo giro di formazione alcune vetture schierate nelle ultime posizioni presentano problemi che rendono necessaria la sospensione della procedura di partenza, con la gara che viene ridotta a 14 giri. Anche il secondo giro di formazione non si completa senza qualche problema di troppo, con l’intervento di tre commissari che consentono al Poleman di riavviare il motore spentosi proprio mentre andava ad occupare la sua posizione in griglia. Di fatto le emozioni della gara si esauriscono qui: Verdun-Roe e Richelmi battagliano a suon di giri veloci fino al nono giro, quando l’Ensign del monegasco si ammutolisce sulla salita dell’Ostende, lasciando l’inglese solitario al comando. Alle sue spalle un trenino formato da Martin su Ensign N177, Kubota sulla March 761 con la quale nel 1976 Peterson si aggiudicò il GP d’Italia e Fitzgerald su March 761B, si gioca i due gradini più bassi del podio; mentre il primo riuscirà a creare un margine di sicurezza che gli varrà il secondo posto, gli altri due battaglieranno fino al penultimo giro, quando con una manovra non troppo ortodossa l’americano tamponerà il giapponese alla chicane, mandandolo in testacoda e conquistando il terzo gradino del podio. Da segnalare la lotta che ha visto impegnati Wills su Williams Fw05 e Colyvas su Shadow DN5, rispettivamente quinto e sesto sotto la bandiera a scacchi, che ha intrattenuto il pubblico per dodici dei quattordici giri.
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