Assenti alcuni nomi che in passato hanno animato questo campionato, il numero di iscritti e il pregio delle vetture, in netta controtendenza con il resto delle categorie, ha evidenziato come l’ottimo lavoro svolto da Peter nei passati dieci anni abbia fatto del Classic Endurance Racing una macchina schiacciasassi. Un vero peccato invece che le due corse siano state contraddistinte da un atteggiamento troppo competitivo da parte di qualche pilota, che ha causato incidenti evitabili ed ha costretto il collegio dei commissari a sanzionare tali accadimenti addirittura con una squalifica.
Nell’infinita mole di Lola T70 iscritte, le auto più ammirate di questo gruppo sono state la Alfa Romeo T33/3, portata in pista da Nanni Galli e la splendida Ferrari 512M, due gioielli in movimento di casa Italia.
In prova O’Connell, la cui partnership con Watson prosegue al di fuori dell’abitacolo, ha messo in riga ben sette Lola e una Lola T210 con la sua Chevron B19, facendo registrare un crono di tre secondi più rapido rispetto alla coppia Voyazides-Hadfield, i più veloci degli inseguitori.
Al via della gara O’Connell prende il largo, caratterizzando la sua corsa con una fuga che lo vedrà trionfare alla fine dell’ora di corsa, mentre alle sue spalle De Doncker guadagna la seconda posizione: il pilota olandese cerca nei primi giri di non perdere il contatto con il leader della gara ma ben presto si accontenta di mantenere a distanza gli inseguitori. Tra questi si accende una bella sfida: France, Maye e Primrose iniziano una bagarre davvero interessante che tuttavia non porta ad alcun sorpasso. Più indietro Voyazides regge bene alla pressione di Galli, fino a quando quest’ultimo non viene tradito dalla meccanica della sua Alfa.
A 32’ dalla fine incominciano a fermarsi per la sosta obbligata De Doncker e Voyazides, mentre il giro successivo è il turno di Primrose. France, Mahe ed O’Connell attenderanno invece fino all’ultimo minuto disponibile.
Le soste non hanno sortito grandi differenze in classifica a parte il sorpasso di Mahe ai danni di France, con quest’ultimo che inizia una lotta accesa con Fitzgerald, che ha preso il posto di Primrose. Alle loro spalle rinviene Hadfield che, a suon di giri veloci e sfruttando il ritiro di Mahe e la sosta imprevista di Fitzgerald, conquista la terza posizione. La classifica in pista non cambia fino alla bandiera a scacchi ma appena i piloti si preparano a salire sul podio, De Doncker viene penalizzato di un giro in quanto la sua Lola superava i limiti di rumorosità imposti, lasciando i due gradini del podio rimasti ad Hadfield-Voyazides e a France.
Tra le GT, dopo il ritiro di Lecourt, iniziale leader di categoria, la vittoria è andata a Grant su Porsche 911RSR davanti a Hubner sempre su Porsche e a Brigand su Corvette C3.
Ancora una volta la CER2 è stata la gara per eccellenza dell’evento, con sessioni di prova e qualifiche combattute dal primo all’ultimo minuto. Vivo interesse ha destato la presenza della Ligier JS2, la berlinetta con la quale Ligier esordì nel mondo delle corse come costruttore e che resta uno dei prodotti più titolati della scuderia.
In prova la Pole Position è stata conquistata da Hadfield, ancora una volta in coppia con Voyazides, su Lola T282, con un buon margine su O’Connell sulla sua Chevron B36, su Lafargue e sulla coppia Smith-Hanson su Chevron B31.
Al via Voyazides parte bene sfruttando la potenza del suo HU6, mentre O’Connell ha il suo bel daffare per resistere a Knapfield, sulla March 76S e Lafargue. I primi giri sono davvero appassionanti, con Voyazides che, nonostante la strenua resistenza e qualche manovra non troppo ortodossa, perde alcune posizioni. Chi intanto stupisce è Philippe Scemama sulla Lola T280, recupera rapidamente fino alla terza posizione, inseguito da Lafargue. Davanti O’Connell è un martello: nel migliorarsi ad ogni giro distacca rapidamente gli avversari, a fotocopia di quanto mostrato in CER1. Il gruppetto degli inseguitori intanto vivacizza la gara con continui sorpassi, fino a quando all’ottavo giro Scemama ha la meglio su Knapfield lasciando l’inglese a battagliare con Lafargue. Tra le GT invece la Porsche 934 segna il passo, precedendo le due 935 di D’Ieteren e Meyers.
Al solito appena si apre la corsia box il primo a rientrare è Voyazides, ormai distanziato dai primi seguito da Knapfield, mentre il giro successivo è il turno di Scemama e Lafargue. Questa volta O’connell non attende gli ultimi istanti, forse conscio di non averne bisogno.
Anche in questo caso il ritorno in pista lascia le cose invariate, con O’Connell ormai indisturbato e Scemama relativamente tranquillo in seconda piazza. Più indietro Campbell Walter, il campione in carica Endurance con la Aston Martin, iscritto con Knapfield per questa gara, dapprima battaglia con Lafargue e successivamente, staccato l’avversario, tenta di riprendere Scemama. La rincorsa viene fermata a pochi minuti dalla fine quando Hadfield, rinvenuto al solito dalle retrovie, tampona l’inglese alla S. Donato facendolo andare in testacoda e guadagnando la terza posizione. In contemporanea un principio di incendio ad una BMW M1 alla Bucine, costringe la direzione ad interrompere anzitempo la gara. In serata arriva la decisione del collegio di direzione che squalifica Voyazides-Hadfield per condotta antisportiva, restituendo a Knapfield-Campbell Walter il maltolto.
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