C.E.R. - Castellet
(Dix Mille Tours)

Magie scozzesi

Dopo le belle prove di Silverstone e dell’Estoril il Classic Endurance Racing è tornato in pista per la terza volta in un mese, nella gara conclusiva del campionato, organizzata sul circuito del Paul Ricard nel corso della Dix Mille Tours del Castellet. Per la seconda volta nell’anno le quattro classi sono state suddivise in due gruppi, uno riservato alle P1 e alle GT1 (CER1) l’altro alle P2 e alle GT2 (CER2), con addirittura 79 vetture scese in pista e con non poche novità attese, in alcuni casi, da quasi un anno. E’ stato il caso della Ferrari 512M vincitrice con Ickx-Giunti alla 9h di Kyalami 1970, portata in pista da Knapfield dopo un restauro durato quattro anni, mentre tanto inattesa quanto gradita sono state la presenza della Toj SC204 portata in pista dai Belleteste e della Ford Gran Torino che nel 1976 prese parte alla 24 ore di Le Mans.

C.E.R. 1 – Paul Ricard

Per una volta le regine sono state le vetture iscritte al CER1, in parte per le prestigiose new-entry, in parte perché questo gruppo è stato inserito nel programma della manifestazione in orari più nobili. Oltre alle due Ferrari 512M presenti, la seconda delle quali una ex scuderia Filippetti portata al Ricard dalla coppia Ried-Frenklin, le protagoniste delle sessioni di qualifiche sono state la Lola T70 di Thuner, autore della Pole Position e la Lola T70 Spyder vincitrice della passata edizione con Ferrer, questa volta accompagnato da Mahe, ammessa su invito ma fuori classifica. Mentre le Lola hanno conquistato la prima fila nel corso della prima sessione, le due Ferrari sono riuscite a garantirsi il terzo e quarto tempo nella seconda mezz’ora, davanti alla Chevron di Watson-O’Connell e alla Lola di Rahal, penalizzato dalla poca potenza dell’FVC.

La domenica pomeriggio, la gara del CER1 apre le attività agonistiche del pomeriggio. Al via Knapfield, scatta alla perfezione e brucia i primi due, transitando per primo alla “s” della Verrerie, precedendo Ferrer, Thuner e France. L’inglese, è scatenato e ad un ritmo di 2-3” più rapido dei diretti avversari, crea nel giro di poche tornate un vantaggio considerevole che crescerà fino ai 50”, mentre alle sue spalle Ferrer e Thuner si studiano a breve distanza, con il francese che sembra poter controllare agevolmente l’avversario. Interessente anche la lotta per il quarto posto che vede contrapposti France e Rahal con l’americano che, dopo aver avuto ragione dell’avversario a Signes, tenta faticosamente di mantenere il contatto con il duo che lo precede. All’undicesimo giro, l’attenzione del pubblico si sposta sulla Verrerie, dove le Ford GT40 di Ball e di Nahun e la Chevron di Cazalieres sono cinvolte in un brutto incidente dal quale solo Ball esce quasi indenne; l’aver causato involontariamente la carambola, dalla quale le altre vetture usciranno con molti danni, gli costerà tuttavia la bandiera nera da parte della direzione gara. Watson intanto, dopo aver conquistato la settima posizione, apre le danze dei pit stop, lasciando la vettura al velocissimo O’Connell: uscito dai box, lo scozzese incomincia una furibonda rincorsa nei confronti dei primi. A rischiare è invece Knapfield che rientra proprio negli ultimi minuti disponibili, tanto da uscirne quando la corsia box è ormai chiusa. Alle sue spalle si fa accesa la lotta per il secondo posto con Thuner che passa Mahe alla Verrerie, allungando con una certa facilità mentre anche Rahal ormai è negli scarichi del francese. La lotta tra i due prosegue negli ultimi dieci minuti, gli stessi che servono a O’Connell per recuperargli ben diciotto secondi e poter lottare per un posto sul podio proprio nell’ultimo giro. Gli ultimi minuti sono da cineteca, con Knapfield che è costretto a rientrare mestamente ai box afflitto da problemi di motore e O’Connell che riesce incredibilmente ad effettuare un sorpasso sui due avversari all’altezza della Bousset, garantendo a se e a Watson il secondo gradino del podio alle spalle di Thuner. Terzo giunge Rahal che riesce ad aver ragione di Mahe, addirittura quinto a causa di un problema che lo costringerà a percorrere l’ultimo chilometro a velocità ridottissima. Tra le GT vittoria per la Corvette di Gaudard, dopo un bel duello con gli Orjuela e Moreau, rispettivamente secondi e terzo su Porsche 911 RSR.

C.E.R. Qualifiche 1 C.E.R. Qualifiche 1 C.E.R. Gara 1 C.E.R. Gara 1

C.E.R. 2 – Paul Ricard

Per una volta le P2 e le GT2 si sono dovute accontentare di un ruolo da comprimarie, costrette ad aprire la giornata di domenica con una gara disputata alle nove del mattino, quando il circuito era ancora pressochè deserto. Nel corso delle prove il più veloce è stato Busst, che nella prima sessione ha realizzato un 2’02”579 che nessuno è poi riuscito a migliorare, primi tra tutti Quiniou e Lafargue. Ciò che però ha sorpreso una volta di più è stata la competitività dei piloti scesi in pista, con addirittura i primi quattordici in meno di quattro secondi.

Un livello di competitività così alto non è un caso e infatti il fenomeno si ripete nel corso della gara che, incredibilmente alla fine conterà addirittura quattro diversi leader. Allo spegnersi del semaforo rosso Busst sembra partire meglio degli avversari ma i pochi cavalli del suo Hart consentono a Quiniou di prendere la testa della corsa e a Catlow di passare in seconda posizione sul rettifilo del Mistral. Sfortunatamente per l’inglese la Toj si rivela meno affidabile di quanto non sia stata all’Estoril, rallentando vistosamente e costringendolo al ritiro. Dietro ai primi due la lotta si fa serrata tra Luco, Deman, Lafargue e Guenat, questi ultimi due in lotta per il campionato, ma incredibilmente anche Foveny, sulla Porsche 935 è nella mischia, grazie al suo turbo che gli permette di raggiungere i 300km/h in fondo al Mistral. Più in difficolta Watson mentre Da Rocha finisce in testacoda alla curva du Pont nel tentativo di rientrare sui primi. Guenat dopo quattro giri si porta in seconda posizione e inizia una bella lotta con Quiniou che animerà la gara fino a quando le soste ai box e un paio di testacoda non lasceranno strada libera alle meno potenti ma più agili 2 litri. Fuori Luco e Deman, quest’ultimo con il cambio della sua Osella che sputa fuori le marce, Busst e Lafargue sembrano destinati a conquistare i primi due posti, ma nessuno ha fatto i conti con O’Connell che, presa la guida della Chevron, rinviene recuperando rapidamente i quindici secondi che lo separano dai primi. Lo scozzese è velocissimo e, raggiunti gli avversari, li passa entrambi sul Mistral, andando a conquistare una perentoria vittoria proprio davanti a Busst e a Lafargue: il risultato consentirà ad O’Connell di conquistare il campionato a pari merito proprio con Lafargue. Più indietro si verifica un fatto curioso: a Quiniou viene commissionato un Drive Through per non aver rispettato le aree di sosta nella corsia box, ma a fine gara i commissari ritornano sul loro giudizio, lasciando la posizione al pilota che, peraltro non era riuscito a rispettare la decisione a causa dei pochi giri a disposizione prima della bandiera a scacchi.

La vittoria tra le GT va invece a Sean McInerney che precede Mr. John of B e la coppia Foveny-Rosemeyer, arretrata a causa di una condotta un po troppo prudente di quest’ultimo.

C.E.R. Qualifiche 2 C.E.R. Qualifiche 2 C.E.R. Gara 2 C.E.R. Gara 2
Marco Zanello
Fotografie di Giacomo e Marco Zanello

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