Ancor prima di scendere in pista la Cer 2 ha offerto al pubblico non pochi spunti, primo tra tutti l’iscrizione di una quanto mai rara e affascinante Rondeau 379C, identica a quella con la quale lo stesso Rondeau, in coppia con Jassaud vinse la 24 ore di Le Mans 1980, oltre alla Mirage M3 del 1969, pezzo unico derivato dalle Mirage M2 e alla Ligier Js3, vettura progettata appositamente per correre la 24 ore di Le Mans 1971 con la coppia Ligier-Depailler.
Il week-end in pista è stato uno dei più competitivi mai visti, con un buon numero di piloti che hanno girato su tempi ravvicinati, battagliando a lungo per la pole e per la vittoria. Nel corso delle prove libere i piloti hanno preso confidenza con il circuito, questa volta utilizzato nella versione con il mistral intero differentemente da quanto successo in aprile, con Knapfield ovviamente favorito rispetto agli altri dalla potenza del suo motore Ferrari. Le prove di qualificazione hanno visto da subito protagonista Nicolet a bordo della bella Mirage M3, bravissimo a staccare il tempo che gli varrà la Pole già nel corso della prima sessione, seguito da Luco, che a partire da Silverstone ha messo a riposo la 936 per far spazio alla nuova Ligier, da Knapfield che si è preso il lusso di effettuare soltanto quattro giri nella prima sessione e addirittura nessuno nella seconda. Più complicate le cose per Lafargue, quinto a causa della cronica mancanza di potenza del suo BMW.
La domenica pomeriggio gli attimi prima della gara sono davvero concitati: i piloti si presentano con le gomme da asciutto ma improvvisamente comincia a piovere e sono obbligati a montare quelle da bagnato. Altrettanto improvvisamente però smette di piovere e nuovamente molti optano per le gomme da asciutto, con Luco che resta sulle gomme da bagnato mentre Knapfield e Watson preferiscono partire dal fondo dello schieramento per poter scegliere i pneumatici fino all’ultimo. Allo spegnersi del semaforo rosso Luco brucia Nicolet, ma è costretto subito a rientrare ai box a causa del pneumatico posteriore sinistro forato: viste le condizioni della pista lo svizzero decide di cambiare le gomme montando quelle d’asciutto, ma al rientro in pista è ventiquattresimo con un minuto circa di ritardo da Hart, primo dopo un avvio impressionante. Mentre Hart crea una voragine di 14” in cinque giri sul duo Quiniou-Nicolet, l’attenzione di tutti è catturata dalla rimonta di Knapfield, quarto dopo appena 4 giri e pilota più veloce in pista: al quinto passaggio infila sul Mistral Nicolet e all’interno della Bendor Quiniou, ritrovandosi secondo, ma la sua rincorsa finisce due giri dopo sul rettifilo centrale, quando a tradirlo è il cambio. La pista intanto è ormai completamente asciutta e Nicolet rompe gli indugi superando alla Chicane un Quiniou in difficoltà, che nel giro successivo rientrerà ai box. Tra le GT intanto Roitmayer è addirittura decimo assoluto girando sul ritmo di molti prototipi mentre Basso, il suo avversario più pericoloso è distaccato di oltre un minuto. Nelle retrovie Luco si trova la strada sbarrata da Guikas ed ingaggia un bel duello che durerà per ben tre giri prima che lo svizzero riesca a passare alla curva di Signes.
Al dodicesimo giro inizia il festival delle soste ai box senza grandi sorprese, se non quella dello stop and go dato a Wilkins-Catlow per non aver rispettato i tempi previsti: la gara si assopisce fino al diciassettesimo giro quando Nicolet incomincia ad avvicinarsi minaccioso ad Hart. Al diciottesimo giro il francese passa l’inglese alla Signes e allunga con facilità, ma a dare spettacolo è Luco che, a suon di giri veloci si è portato in terza posizione e punta deciso su Hart, ormai in grande crisi: lo svizzero attacca l’avversario e lo passa nel corso del ventiquattresimo giro, ma nello stesso momento Nicolet rientra lentamente ai box con il cavo dell’acceleratore rotto, lasciando definitivamente il primo posto alla Ligier. Mentre Guikas, secondo, riceve una bandiera nera per non aver effettuato la sosta ai box, Lacroix sale in seconda posizione, ma anche lui si deve arrendere prima dell’arrivo con la leva del cambio rotta. Secondo giunge Butts, autore di una bella gara, seguito da Scemama, mentre Lafargue si accontenta della quinta posizione finale che gli garantisce il titolo P2. In Gt1 vittoria di Roitmayer davanti a Basso e Ceron, con il titolo alla coppia Foveny-Roitmayer.
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