C.E.R. - Estoril

Lezione d’Endurance

Archiviata la tappa inglese di Silverstone con il suo anomalo numero di iscritti e le incerte condizioni meteo, il Classic Endurance Racing ha fatto tappa in Portogallo per la quinta prova del campionato. Sul circuito dell’Estoril, preferito per quest’anno al nuovo autodromo dell’Algarve, sono scese in pista soltanto ventinove vetture, anche se va detto che gli unici protagonisti a mancare a questo appuntamento sono stati la coppia Watson-O’Connell, freschi vincitori proprio in terra inglese. Tra coloro che invece hanno fatto ritorno alla categoria, il grande Bobby Rahal, vincitore della 500 miglia di Indianapolis del 1986, sceso in pista alla guida di una Lola T212, il due volte campione di categoria Luco alla guida della Ligier, e i due piloti di casa Barbot e Serafim Riberinho quest’ultimo alla guida di un bell’esemplare di Porsche 934.

Nonostante i pochi iscritti, le sorprese non sono certo mancate, soprattutto a causa delle numerose noie meccaniche che hanno danneggiato molti dei protagonisti: nel corso delle prove Lafargue ha patito la rattura di un motore e quella dell’albero di trasmissione riuscendo comunque a conquistare un confortante quarto tempo, Guenat ha dovuto interrompere anzitempo la seconda sessione e Scemama ha dovuto addirittura rinunciare alla gara a causa della rottura del propulsore, nonostante il tentativo dei suo meccanici di sostituirlo nelle poche ore che precedevano la partenza. La pole è andata così alla Toj della coppia Wilkins-Catlow seguiti dai due piloti di casa Barbot e Da Rocha mentre nelle altre classi i migliori tempi sono stati realizzati da Rahal in P1, da Basso in GT2 e da Ball tra le GT1.

Differentemente da quanto successo nelle prove, al via della gara Catlow non è particolarmente reattivo e viene passato facilmente da Barbot che prende così il comando, mentre Lafargue, combattivo come sempre, commette un errore nel tratto finale del circuito, arretrando in nona posizione. Per il francese il week-end non è davvero fortunato e dopo essere risalito al sesto posto patisce la rottura della trasmissione che lo costringe alla resa. Davanti a tutti, dopo una bella battaglia durata cinque giri, Catlow passa in prima posizione, mentre Quiniou guida il gruppetto degli inseguitori formato da Da Rocha e Guenat. Nel giro di pochi giri è fuori anche Luco, la cui Ligier ha sofferto per tutto il week-end di problemi al cambio: guadagnate alcune posizioni al via, dovrà ben presto rientrare ai box praticamente senza marce. Non va meglio all’equipaggio Lacroix-Nicolet, costretto al ritiro a pochi giri dalla fine con lo sterzo inservibile, e al loro principale avversario Mahe, costretto ai box per noie meccaniche. Le soste ai box al solito ravvivano una gara che dopo le iniziali scaramucce sembrava doversi addormentare: Wilkins, subentrato alla guida della Toj, cede la prima posizione a Barbot, riuscendo però a non perderne la scia mentre Guenat, ripetendo la strategia della sosta anticipata già utilizzata a Silverstone, riesce ad aver ragione di Quiniou e Da Rocha. Mentre il portoghese inizia una bella lotta per il terzo posto, Quiniou è autore di un testacoda in fase di doppiaggio che lo costringe al rientro ai box e al successivo abbandono. Mentre tutti si concentrano sulla lotta per il terzo posto, la sorpresa arriva dalla testa della corsa: iniziando l’ultimo giro Barbot patisce la rottura della seconda marcia e, nonostante una strenua resistenza, cede a Wilkins all’uscita del tornantino. Per la coppia Wilkins-Catlow è una vittoria inattesa mentre per Barbot una sconfitta maturata in tali circostanze pare inverosimile. Sul terzo gradino del podio sale Guenat, che negli ultimi giri ha resistito agli attacchi di Da Rocha. La quinta vettura classificata è una P1: si tratta della Lola di Rahal vincitore di classe con un tale margine da arrivare a doppiare gli avversari. Fa eccezione il solo Thuner, secondo in P1, che ha evitato l’onta del doppiaggio per soli sette decimi di secondo, dopo aver lottato duramente per tutta la gara con Cazalieres, terzo, e Pierre Alain France quarto, attardato da un testacoda a due giri dal termine. In GT2, dopo la sfuriata iniziale di Riberinho, poi costretto al ritiro, la vittoria è andata a Basso, autore di una bella rimonta nelle fasi iniziali e ritrovatosi ad amministrare un consistente vantaggio sulla Ferrari di Mr John of B negli ultimi quindici minuti. Uno sguardo infine alla cenerentola della corsa, la GT1, con il solito Ball che ha imposto il ritmo della sua Ford GT40 e che, dopo il ritiro di Nahun a metà gara è riuscito ad ottenere una nuova vittoria davanti al solito gruppo di Porsche.

Marco Zanello
Fotografie di Giacomo e Marco Zanello

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